Il programma statunitense di remote-sensing dallo spazio della Terra LANDSAT ha segnato l’inizio dell’attività di telerilevamento delle risorse terrestri su ampia scala.
Sette sono stati i satelliti lanciati finora e possono essere suddivisi in:
1) Satelliti di prima generazione (Landsat 1,2,3 lanciati rispettivamente nel 1972, 1975, 1978 ora non più operativi);
2) Satelliti di seconda generazione (Landsat 4,5);
3) Satelliti di terza generazione (Landsat : fallito, Landsat 7)
Tali satelliti erano dotati di sensori a scansione multispettrale MSS (multi Spectral Scanner) operanti sul campo del visibile e del vicino infrarosso nonché nel Infrarosso termico per Landsat 3.
Il ciclo di osservazione era di 18 giorni da una quota di circa 920 km.
Lo scopo delle varie misurazioni era essenzialmente rivolto alla classificazione tematica, all’uso del suolo e allo stato di salute della vegetazione.
Attualmente sono in funzione i satelliti di seconda generazione e il Landsat 7 dotati, oltre al sensore MSS, anche di un TM (Thematic Mapper) con una risoluzione spaziale migliore (30 metri anziché 80) e spettrale (7 bande invece di 4 sia nella parte riflessiva che emissiva dello spettro elettromagnetico).
In dettaglio:
MSS (Multi Spectral Scanner)
Channel 1 : 0.5-0.6 micron
Channel 2 : 0.6-0.7 micron
Channel 3 : 0.7-0.8 micron
Channel 4 : 0.8-1.1 micron
TM (Thematic Mapper) risoluzione 30 metri tranne il canale 6 (120 metri)
3 sensori centrati sul visibile per lo studio dell’assorbimento della clorofilla, lo stato di salute della vegetazione e la distinzione tra conifere e decidue.
1 sensore sul vicino infrarosso (0.8 micron) per la definizione delle coste e l’assorbimento da parte dell’acqua.
2 sensori nell’infrarosso riflettivo per lo studio del contenuto di umidità nell’atmosfera (penetrazione di nubi sottili) e per l’analisi geologica tra zone idrotermicamente alterate e non.
1 sensore nell’infrarosso termico (11 micron) er la temperatura di brillanza e l’umidità del suolo.
Con tale strumento si possono garantire informazioni più dettagliate soprattutto per le applicazioni nel campo dell’agricoltura, esso fornisce inoltre un utile supporto alle attività di Land Cover nel campo della geologia, di land use e nella valutazione e controllo delle risorse idriche.
Attualmente la quota di volo dei satelliti Landsat di seconda generazione operanti è di 705 Km (più bassa così da aumentare la risoluzione spaziale) con una inclinazione di 98,2° per consentire l’eliosincronismo dell’orbita. L’ora di passaggio diurna sull’Italia è attorno alle 10.20 a.m.
Il ciclo di osservazione, inteso come periodo che intercorre tra 2 tracce esattamente sovrapposte, è ovviamente più rapido e si completa in 16 giorni con 233 orbite invece di 251.
Ogni immagine copre un’area di 185X185 km ed è geo-referenziata ad un grigliato geografico ben determinato.
I dati MSS e TM vengono trasmessi a terra dal satellite e acquisiti direttamente dalle stazioni dato che non esistono registratori di bordo. Per l’area europea queste operazioni vengono effettuale dal Centro Spaziale di Telespazio del Fucino ove sono situate l’antenna per la ricezione e le apparecchiature elettroniche necessarie per la registrazione, il pre-trattamento e l’archiviazione dei dati.
Nel 1992 l’archivio delle immagini Landsat contava 820000 scene equivalenti a 70 terabyte di dati. Purtroppo alcuni dati relativi ai primi anni di attività Landsat non sono più recuperabili a causa del deterioramento dei supporto magnetico sui quali erano stati immagazzinati.