È stato febbraio a portare le temperature più basse dell’inverno nelle località elvetiche di media e alta montagna e, in tre di esse, si è superato il limite dei -30 °C. Il quadro seguente, desunto dalla rete di Unwetterzentrale Schweiz, è eloquente:
19 febbraio -32,7 °C Glattalp (1.858 m)
15 febbraio -32,5 °C La Brévine (1.050 m)
19 febbraio -30,6 °C Saint Moritz-Flugplatz (1.705 m)
Non si tratta di record, ma sono valori comunque degni di nota. Secondo le ricerche di Bruno Renon (Arpa Veneto), tra i massimi esperti del settore, in Svizzera sono sei i centri abitati che, nell’ultimo secolo o poco più, hanno infranto la barriera dei -30 °C. Di seguito, la sintesi degli estremi:
12.01.1987 -41,8 °C La Brévine
06.01.1985 -36,9 °C Samedan (Saint Moritz-Flugplatz)
07.01.1985 -33 °C Ulrichen
02.01.1905 -32 °C Davos
06.01.1985 -30,9 °C Hinterrhein
Tutti questi dati sono riconosciuti da MeteoSwiss. Come si noterà, manca Glattalp, proprio perché Unwetterzentrale è un altro ente, con una propria rete di rilevamento. Ma sulla località, facente capo alla municipalità di Muotathal (Canton Schwyz), la questione si complica ulteriormente per via delle misure effettuate dall’Elektrizitätswerk des Bezirks Schwyz. Lo scorso 19 febbraio infatti, i termometri di quest’ultimo ente hanno segnato -36 °C. Il record assoluto però, risale al 7 febbraio 1991, quando si toccarono i -52,5 °C; ma tale valore, che sarebbe il più basso in territorio elvetico, non ha carattere di ufficialità.
In merito, il parere di Renon è netto: «Non ho alcun dubbio sulla bontà dei dati (dell’Elektrizitätswerk: ndr), conoscendo il microclima delle doline» [comunicazione personale, 19 febbraio 2009].
Val qui la pena ricordare che, nel Triveneto, Renon è coordinatore d’un team deputato proprio a ricerche e studi su questo microclima (si veda www.meteogiornale.it/news/read.php?id=19464). Per quanto invece attiene il problema nel suo complesso, Renon confessa di non sapere «il motivo per cui MeteoSwiss non riconosce i dati della Glattalp. Forse perché si riferiscono a una dolina, ma più probabilmente perché, non avendo alcun controllo (verifica, manutenzione, tarature) sulla stazione, non può adottare il dato come ufficiale» [ibidem].
Va sottolineato che, in passato, le temperature estreme di alcune località svizzere furono oggetto di polemiche furibonde, con echi che trovarono spazio anche sui quotidiani italiani. Il nodo verteva sull’esatta collocazione degli strumenti (altezza rispetto al suolo) e sulle loro modalità di ricovero. È questo il motivo per cui, nel dare notizia dei valori raggiunti il 19 febbraio a Glattalp (www.meteogiornale.it/news/read.php?id=19674), si è preferito evidenziare il dato di Unwetterzentrale in luogo di quello dell’Elektrizitätswerk.