Una delle difficoltà nella trattazione del clima antartico è data da un’imprecisa geografia storica delle basi permanenti e delle Aws (Automatic weather stations), che a volte inducono confusione circa la paternità dei valori. Quella che oggi va sotto il nome di Vostok, in origine era Vostok II (così è ancora citata in ‘Climatologia’, il fondamentale studio sulla scienza del clima redatto nel 1977 dal compianto Mario Pinna). Durante l’Anno geofisico internazionale infatti, i sovietici avevano realizzato Vostok I a 72°09′ di latitudine sud e 3.252 metri di quota: una stazione che, stando al Catalogue of Russian Federation antarctic meteorology data (Cam), venne aperta il 20 aprile 1957 e chiusa il successivo 1º dicembre (Vostok II nacque il 16 dicembre 1957). In vari testi poi, si parla del mitico Polo dell’Inaccessibilità, ponendovi ora la base di Vostok II, ora quella di Sovetskaya; in realtà, il Polo dell’Inaccessibilità (82°06′ di latitudine sud e 3.800 metri di quota) ebbe una base propria (Polyus Nedostupnosti, appunto); Sovetskaya, invece (78°23′ di latitudine sud, 3.662 metri di quota), detenne uno dei primati del freddo poiché, nell’agosto 1958, fece segnare -86,6 °C. In entrambi i luoghi furono registrate temperature medie pari o inferiori a quelle misurate a Vostok II; ma tali basi furono chiuse nell’arco di un anno (Sovetskaya, secondo il Cam, funzionò dal 16 febbraio 1958 al 3 gennaio 1959). Rimase solo Vostok II (o Vostok tout court) dove, il 24 agosto 1960, il record mondiale scese a -88,3 °C.
Un’altra base di cui spesso si favoleggia, è Plateau Station, che gli americani istituirono a circa 79° di latitudine sud e 3.625 metri di quota; qui si sarebbe registrata una media annua di -57 °C circa, inferiore quindi a quella di Vostok (media annua 1964-’93: -55,29 °C); Plateau Station però, funzionò solo nel periodo 1966-’69. E’ dunque possibile che in questi luoghi si realizzino temperature assolute inferiori a -90 °C, ma nessuno le ha mai misurate.
Nel Grande Antartide (come specificato in https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8595) a oggi sono solo due le basi abitate in permanenza sui cui dati è possibile ricostruire il clima dell’ultimo mezzo secolo: Amundsen-Scott e Vostok. Con la campagna antartica 2004-’05 però, dovrebbe entrare in funzione la base italo francese Concordia, che dista 560 chilometri da Vostok. Sarà realizzata a Dome C (per gli americani Dome Charlie). Qui sono esistite due Aws: Dome C propriamente detta (74°50′ di latitudine sud e 3.280 metri di quota) e Dome C II (75°12′ di latitudine sud e 3.250 metri di quota). La prima ha funzionato dal febbraio 1980 al gennaio 1996 ed è in disuso; la seconda ha iniziato le misure nel dicembre 1995 ed è tuttora in esercizio. Concordia sorgerà a una quarantina di chilometri dal vecchio sito di Dome C che, per quanto riguarda la rete Aws, ha fatto segnare la temperatura minima estrema (l’attendibilità delle misure della rete Aws è discussa in https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8678). Accadde nel 1982, l’inverno del record storico di Amundsen-Scott (narrato in https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8468). Già il 17 maggio Dome C aveva misurato -81,6 °C; poi, nel cuore del semestre freddo, secondo l’archivio giornaliero dell’Amrc (Antarctic meteorological research center), fece registrare la seguente serie di temperature minime (seconda colonna le massime):
24 agosto -80,1 °C -67,9 °C
25 agosto -81,9 °C -75,0 °C
26 agosto -84,3 °C -77,4 °C
Il primato è riconosciuto dallo stesso Amrc (che però, nel sommario pluriannuale, riporta -84,6 °C); il che, implicitamente, esclude la temperatura del report a dieci minuti di Dome Fuji (77°31′ di latitudine sud e 3.810 metri di quota) datato 14 settembre 2002:
19º rilevamento -76,6 °C
20º rilevamento -88,6 °C
21º rilevamento -76,6 °C
22º rilevamento -88,6 °C
Con -88,6 °C Dome Fuji avrebbe sfiorato il record assoluto di Vostok (-89,2 °C il 21 luglio 1983); ma, evidentemente, si tratta di un errore (palese in quegli ‘strappi’ di 12 °C ogni dieci minuti). E’ il limite delle Aws (di registrazione o di trascrizione). Ben venga, quindi, la base Concordia: sarà un più affidabile osservatorio dell’affascinante macchina climatica che regola il Grande Antartide.