Una prima sferzata perturbata d’origine nord-atlantica sta spazzando l’intera Penisola, portando sensazioni da autunno inoltrato. Vento forte, pioggia e neve in montagna potrebbero però essere le peculiarità principali di tutta la restante parte della settimana e forse anche oltre, pur fra i tipici alti e bassi che caratterizzano questo andamento ondulatorio del flusso portante oceanico.
Focalizziamo l’attenzione su quel che potrebbe accadere già nel prossimo week-end, in base alle ultime emissioni del modello americano GFS: come possiamo notare dalla mappa a lato si potrebbe creare una situazione ideale per la genesi di una più profonda ondulazione del flusso nord-atlantico, con annessa consistente saccatura che andrebbe a radicarsi proprio sulle nostre regioni.
La saccatura verrebbe alimentata da un profondo minimo di geopotenziale da un nucleo d’aria molto fredda in quota, d’origine artico-marittima. In particolare, si verrebbe ad approfondire un minimo di bassa pressione al suolo sul Nord Italia (valori inferiori ai 990 hPa), ma l’aspetto più interessante sarebbe costituito dall’ingresso in quota di un nocciolo molto freddo (termiche addirittura di -30°C all’altezza di 500 hPa).
Come spesso si verifica in coincidenza di queste situazioni perturbate, l’aria assai fredda in alta quota ed i bassi geopotenziali incentivano forte instabilità e di conseguenza rovesci. Si tratta di quei tipici scenari nella quale il limite delle nevicate tende ad abbassarsi considerevolmente rispetto all’altezza dello zero termico, proprio in corrispondenza dei maggiori eventi precipitativi, spesso di breve durata. In poche parole, ora è ancora presto e si attendono conferme, ma a cavallo fra il week-end e l’inizio della prossima settimana si potrebbero avere diffuse spruzzate di neve anche a quote occasionalmente inferiori ai 1000 metri d’altezza non solo sulle Alpi, ma anche sulla dorsale centro-settentrionale appenninica e localmente sui rilievi di Corsica e Sardegna.