Siamo alla vigilia di un nuovo consistente peggioramento, i cui effetti andranno monitorati e analizzati passo passo. Ma oggi nel mio articolo voglio soffermarni sulla stagione invernale appena passata agli archivi e tentare di spiegare le motivazioni per le quali un inverno da molti esperti pronosticato storico, lo è stato solo per parte dell’Europa.
Va innanzitutto sottolineato come la scorsa estate sia stata la stagione dei grandi uragani nel Nord America; il loro numero è stato tanto grande come non si vedeva da anni e alcuni tra essi sono stati disastrosi, come quello che ha colpito a fine agosto New Orleans. Dunque possiamo senza grossi dubbi affermare come il propagarsi così numeroso degli uragani in Nord America sia stato un effetto di un riscaldamento molto forte del Golfo del Messico.
Bene sembrerà strano, ma è proprio da qui che partiremo nell’analisi del nostro inverno mediterraneo.
Infatti già a ottobre sembrava evidente la forza del flusso subtropicale atlantico, con una poderosa depressione Islandese, che anche se non direttamente, interessò a più riprese il nostro Paese. Questo flusso subtropicale, figlio del riscaldamento del Golfo del Messico, avrebbe condizionato l’intero inverno mediterraneo.
Infatti questo flusso diviso in due linee di discontinuità una nord atlantica e l’altra basso atlantica, ha consentito il susseguirsi sul nostro paese di numerose depressioni meditrerranee, e soprattutto ha impedito l’ergersi duraturo dell’alta azzoriana. Questo flusso a volte latente, a volte più poderoso, ha impedito di fatto la chiusura duratura della porta atalantica, e soprattutto non ha permesso nel momento dell’espansione dell’anomalia climatica rappresentata dallo stratworming euroasiatico di Gennaio, che l’influenza gelida russa investisse in pieno il nostro Mediterraneo.
Insomma, per la terza volta in cinque anni (2001-2002, 2002-2003, 2005-2006), a un potente sviluppo in sede stratosferica di un’alta pressione anti-zonale, con conseguente affermarsi in troposfera di un potente anticiclone termico russo con forti propensioni a retrogressioni verso ovest di nuclei gelidi, ha fatto da contraltare l’affermarsi a ovest di un flusso subtropicale atlantico molto attivo, che ha protetto la parte occidentale del nostro continente dal soffio gelido russo.
Concludendo questa analisi, sul Mediterraneo centrale abbiamo avuto solo le briciole del flusso continentale russo, per lo più convogliato sulla nostra penisola da depressioni vaganti in seno al flusso zonale basso atlantico, e mai per una strutturata azione diretta del flusso continentale su di noi. Quindi occasione persa anche quest’anno, ma qualcosa si può dire sul futuro? Certamente se il trend climatico che vede l’affermarsi sempre più netto di alte pressioni stratosferiche sul comparto euroasiatico si confermerà anche nei prossimi anni, e non abbiamo elementi per dire il contrario, l’invernata storica sul nostro paese sarà affidata solo ed esclusivamente alle configurazioni bariche, che prima o poi arrideranno alla nostra penisola. Ricordo che questo è stato l’anno del freddo storico sull’est europeo, non è detto che fra qualche anno non lo sia anche per noi…