Alcuni giorni fa vi avevamo messo al corrente in merito al concreto rischio di alluvione su vari stati del sud degli USA lungo la Valle del Mississippi, a seguito dell’esondazione delle acque del fiume omonimo. Gli scenari sono purtroppo quelli ipotizzati e in diverse zone degli USA si sta fronteggiando il disastro portato dall’uscita dagli argini del Mississippi: in attesa dell’evento, migliaia di persone erano state provvidenzialmente evacuate dalle loro case.
Troppa la pioggia caduta nelle ultime settimane: la tragedia dei tornado ha rappresentato solo il lato estremo di scenari troppo spesso perturbati che si sono accaniti sulle Midland statunitensi. Queste piogge abbondanti hanno gonfiato a dismisura i fiumi, compresi gli affluenti del gigante Mississippi, il più lungo fiume degli Stati Uniti. Nelle scorse settimane erano già esondati il fiume Ohio ed il Missouri, mentre nelle ultime 48 ore è stato il Mississippi a generare grande paura e vasti allagamenti in Tennessee, anche se sono ben 8 gli Stati già interessati da eventi alluvionali.
Sott’acqua molte zone della città di Memphis, dove il livello delle acque ha superato i 14 metri e mezzo di profondità, vale a dire 4 metri sopra il livello di guardia. Il picco della piena dovrebbe essere passato, anche se ci vorranno settimane per la lenta decrescita del livello dell’acqua. Sfiorato per appena 20 centimetri il record storico del 1937, quando il fiume toccò un livello massimo di 14,8 metri. Il presidente Obama ha proclamato lo “stato di calamità” per le aree del Tennessee interessate dall’esondazione del Mississippi. Questo consente di sbloccare fondi e di intervenire con misure aggiuntive per cercare di contenere l’alluvione.
Gli ingegneri dell’Esercito sono all’opera per limitare il più possibile i danni con interventi di contenimento, che in parte hanno finora funzionato: l’esercito ha inviato sul posto squadre di soldati specializzati nel rafforzamento degli argini e nell’ ”alleggerimento” dei canali di scolo. La quantità d’acqua che scende continua ad essere superiore a quella che viene deviata nei canali di scolo. La preoccupazione si sposta ora verso le zone più vicine al Golfo del Messico, dove c’è il Delta del fiume: in particolare l’allarme è altissimo a Baton Rouge ed a New Orleans, in Louisania.
Ci vorranno parecchi giorni, forse più di una settimana, prima che arrivi il picco di piena del Mississippi su New Orleans, ma in città è ancora viva la tragedia vissuta per l’uragano Katrina nel 2005: pur trattandosi di due situazioni completamente diverse (6 anni fa avvenne il violento impatto di un uragano, evento sicuramente più difficile da fronteggiare), ci sono concreti timori che si possano ripetere allagamenti di grandi proporzioni. I tecnici e gli esperti sono comunque già da parecchi giorni alle prese con tutti gli interventi possibili e necessari, per prevenire eventuali inondazioni gravi.