Nell’ultima settimana è accaduto un po’ di tutto. Dal caldo estremo siamo passati senza alcun ritegno al fresco. Ieri, per la prima volta nel corso del mese, la media termica peninsulare è calata al di sotto della norma però prima che possa essere colmata l’anomalia positiva che ha contraddistinto le altre 3 settimane ce ne passa!
Da qualche giorno le notizie meteorologiche sono state monopolizzate dal maltempo. Sono arrivati i temporali, spesse volte autentici fortunali. Piccole tempeste con dei colpi di vento, trombe d’aria, grandinate. Non sono mancati i danni: prima al Nord, poi al Centro. Alcune regioni hanno richiesto lo stato di calamità naturale affinché le sovvenzioni possano ricucire lo strappo economico.
Lunedì e martedì sono stati giorni piuttosto instabili, che hanno visto prevalere condizioni di spiccata variabilità. Ieri, improvvisamente, nel corso del pomeriggio un violento temporale si è abbattuto nel Goriziano ed in meno di tre ore i vigili del fuoco hanno dovuto operare circa una quindicina di interventi. Numerosi gli allagamenti e pensate, nella stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare ubicata presso Capriva del Friuli (Gorizia) sono caduti 63.4 mm di pioggia. In un arco temporale compreso tra le 15:45 e le 18:30. Purtroppo le notizie non sono affatto buone, perché se è vero che stamane risplende il sole, è altrettanto vero che verso sera la situazione è destinata nuovamente a peggiorare.
Vedete quel fronte perturbato che abbiamo disegnato nell’immagine satellitare mattutina? Noterete che si dirige di gran carriera verso le Alpi. E’ mosso da una vasta area di Bassa Pressione, con perno ubicato pressappoco tra l’Islanda e le Isole Britanniche. E’ seguito da correnti d’aria particolarmente fresche e dal pomeriggio i primi effetti si svilupperanno lungo i crinali alpini del confine. Inizieranno a formarsi cumuli insidiosi, torvi, che causeranno dei temporali tra Alto Adige e Alpi Venete. Col passare delle ore la fenomenologia è destinata ad accrescersi, ma anche a spostarsi.
Sappiamo che le Alpi offrono una barriera quasi insormontabile alle perturbazioni provenienti da Nord. Accade così che i fronti siano costretti ad aggirare l’ostacolo: alcune volte ad ovest, altre ad est. Oggi sceglieranno la via orientale, perché sull’Europa di ponente sarebbero impossibilitate a transitare per via di quel campo anticiclonico che riesce a spingersi temporaneamente sino alle nostre regioni. Attenzione, intendiamoci. Non v’è alcun dominio altopressorio, piuttosto una propaggine stabilizzante che ha occupato il piccolo spazio lasciato libero dalla precedente perturbazione. E’ soltanto una tregua e i temporali indicati nelle Venezie null’altro sono che il sintomo di un nuovo imminente peggioramento.
Dicevamo quindi che la linea temporalesca traslerà verso levante. Così facendo causerà un’accentuazione delle precipitazioni su alto Veneto e nel Friuli Venezia Giulia. Dalla sera si prevedono precipitazioni localmente consistenti e non sono da escludersi grandinate e colpi di vento.
Il sole ridente che ora sta strizzando l’occhio all’intera Penisola – a parte quei residui temporali osservabili a ridosso delle coste salentine – riuscirà a resistere per gran parte del giorno. Nelle ore più calde si formeranno però annuvolamenti torreggianti su tutti i principali rilievi ma la probabilità che vadano ad associarsi ai classici temporali estivi sembra essere limitata alle Alpi lombarde, alle montagne alto piemontesi e in maniera molto più circoscritta a qualche zona dell’Appennino centro meridionale.
Concludiamo con un cenno alle temperature. Farà caldo? Non più di tanto. All’alba a fatica si varcava la soglia dei 20 gradi, a parte alcune località delle Isole – come il Trapanese o la Sardegna meridionale ove la colonnina di mercurio arrivava ai 25 gradi – della Calabria e del Genovese. Nelle ore più calde non si dovrebbe varcare la soglia dei 32-33 gradi ed è probabile che la Val Padana risulti – assieme alla Sardegna, alla Sicilia e alle valli più interne delle Centrali tirreniche – la zona più calda d’Italia. Perché? Perché l’avanzata del fronte perturbato determinerà un temporaneo richiamo di tipo meridionale.