I fenomeni elettrici dell’alta atmosfera sono scariche inusuali, che nulla hanno a che fare con i classici fulmini. O meglio un legame c’è, in quanto possono apparire all’improvviso, come immensi spettri rossi luminosi (chiamati anche sprites), molto al di sopra dei cumulonembi temporaleschi: illuminano la ionosfera tra i 50 e i 90 chilometri dal suolo. Osservarli e fotografarli è molto raro, visto che durano appena una frazione di secondo, ma addirittura vederli ad occhio nudo risulta pressoché impossibile.
Lo scorso 21 luglio il fotografo Martin Popek ha immortalato una magnifica esposizione di spettri, dalla tipica forma a medusa, sopra un vasto temporale in Austria. Gli avvistamenti di questi fenomeni così suggestivi risalgono solo alla fine del 1800, con i primi report visivi. Tuttavia, la scienza è sempre stata molto scettica sul fenomeno. Per quanto si osservati da più di un secolo, gli sprite non erano considerati reali fino al 1989, quando vennero fotografati nel corso di una missione dello Space Shuttle.
Ad oggi non è stato ancora compreso tutto il meccanismo del loro bizzarro modo di manifestarsi, con le strane emissioni di raggi gamma che li accompagnano. Si possono considerare fenomeni di meteorologia spaziale e di regola sono associati alla ionizzazione dell’atmosfera al di sopra dei temporali. Non è un caso che da qualche anno risultino più frequenti, in coincidenza col maggior numero di raggi cosmici che giungono sul nostro pianeta a causa della ridotta attività solare che ne permette l’accumulo.