L’irruzione fredda giunta nei giorni scorsi ha intrapreso un iter affascinante ed estremamente didattico, con diverse figure sinottiche entrate in relazione tra loro.
Il nucleo di aria nord-atlantica, di estrazione polare-marittima (Groenlandia), è stata spinta sulla Penisola e nel cuore del Mediterraneo da una situazione teleconnettiva osservata nei giorni precedenti. Il jet streak ha modificato notevolmente il suo andamento, liberandoci da uno schema barico che vedeva l’imposizione di una figura semi-zonale, con anticiclone schiacciato alle basse latitudini; di pari passo si è mosso l’indice AO (artic oscillation) e c’è stato un rallentamento dell’attività del vortice polare.
Questa è la prima analisi di tipo macroscopico che ci ha permesso di individuare una possibile azione meridiana e, di conseguenza, l’imminente mutamento meteorologico.
In seguito, appurato l’arrivo di questa ondata di maltempo, sono state scrutate le movenze del jet streak, ampiamente discusse negli altri editoriali, sino ad introdurre la dinamica d’ingresso del fronte, di stampo tipicamente rodanale, con nucleo freddo in quota che straborda da Carcassonne e si dirige a sud.
Ma è proprio questa direttrice particolarmente meridionale che ha innescato una serie di situazioni interessanti e coinvolgenti, sino al fenomeno della ritornante in azione in queste ore.
La saccatura si è spinta sino all’Algeria (dove è nevicato a quote relativamente basse) e questo moto ha prodotto un intenso richiamo caldo-umido; in precedenza avevamo segnalato tal movimento con la possibilità di una azione frontogentica tra Mar Jonio ed Adriatico, proprio in virtù dell’afflusso meridionale con annessa avvezione calda e ciclogenesi.
Nel frattempo l’alimentazione in quota è pian piano andata in cut-off (taglio) e si è isolata una goccia fredda nel cuore del Tirreno, aumentando l’afflusso caldo-umido da SE per via della traslazione del corpo freddo a 500hPa, impressa dalla formazione di un campo barico ad “occhiale”, composto da una vivace LP (bassa pressione) tirrenica ed una sul medio Adriatico.
Con buone probabilità, poiché è giusto mantenere qualche dubbio vista la difficoltà di individuazione, si è presentata una Warm Conveyor Belt, praticamente un nastro trasportatore di aria calda ed umida, entrata in relazione con il fronte freddo.
Al centro-sud, nelle scorse ore, c’era una azione baroclina intensa, con l’occlusione che ha incontrato l’energia dell’afflusso mite condotto da una direttrice SE-NW.
Dal satellite si è potuto osservare questo passaggio parallelo al fronte freddo e l’ipotesi della WCB (Warm Conveyor Belt) ha preso piede osservando la tipologia di fronte ed i contorni delle nubi, molto marcati, nella zona posteriore dietro le precipitazioni, sintomo di una intrusione di aria secca.
Inoltre nei giorni scorsi è stata osservata una Wave (onda) che accompagna i processi frontogenetici, l’azione di ciclogenesi e la possibile presenza di una Warm Conveyor Belt.
In questo contesto quest’oggi assistiamo ad una ritornante da manuale, con una cortina di nubi che oscura i cieli peninsulari; la neve è scesa a bassa quota grazie all’afflusso fresco di matrice orientale nei bassi strati e fenomenologia da stau sui settori adriatici.
Al nord, dove è attiva l’occlusione (mossasi da sud verso nord), si sono rinnovati i venti di Bora, intenti a raffreddare ulteriormente l’ambiente. La giornata trascorrerà perturbata, con intense precipitazioni sui settori adriatici e nelle zone interne mentre, nel contempo, sarà interessante osservare il vortice tirrenico che richiama nubi da SW, attive all’estremo sud, che si muoveranno prossimamente su Cilento e zone limitrofe.