Gran caldo in Spagna, in particolare in Galizia, e Portogallo sabato 6 luglio. Record assoluto a Vigo, in Galizia, con 39,7°C. Vigo batte anche il record del vecchio osservatorio, ovvero i 39,0°C del 31 luglio 1944, nell’aeroporto il record era 38,6°C del 14 luglio 1981. 43,1°C a Millera-Panton la massima assoluta della Galizia, 42,5°C a Ribadavia, 41,9°C nell’osservatorio di Ourense, a 7 decimi dal record assoluto. Gran caldo anche in Estremadura, con 39,1°C ai 405 m di Caceres, 39,4°C nella più bassa Badajoz (che aveva registrato 40,2°C il giorno prima), 40,3°C a Villanueva del Fresno e 40,4°C ad Albuquerque e Valencia de Alcantara, la stessa temperatura raggiunta nell’andalusa Cordoba.
Vari record sfiorati sabato anche in Portogallo, dove si sono registrati 40,7°C a Sines, 40,6°C a Evora, 40,4°C a Beja, 39,8°C a Lisbona/Gago Coutinho, 39,6°C a Montijo.
Dopo che già giovedì e venerdì le temperature erano salite notevolmente, sabato 6 luglio un ulteriore aumento termico ha dato inizio alla prima vera onda di calore dell’estate 2013 in Regno Unito. Le temperature si sono impennate soprattutto nell’Inghilterra sudorientale, senza però raggiungere valori estremi, con 28,1°C a Londra/Heathrow, 28,0°C a Northolt, 27,7°C a Londra/St.James, 27,3°C a Church Fenton e Dishforth, 27,2°C a Charlwood. Per domenica è atteso un ulteriore aumento delle temperature.
Caldo molto intenso in Iran sabato 6 luglio, con valori fino ai 48,6°C di Masjed-Soleyman. Segnaliamo anche Iranshahr, Omidieh e Dezful 48,2°C, Abadan 48,0°C, Ahwaz e Kahnuj 47,8°C.
In Marocco, sabato 6 luglio sono stati raggiunti i 44,5°C a Kasba-Tadla. Segnaliamo anche Beni-Mellal 43,9°C, Larache e Meknes 40,5°C, Fes 39,3°C, Marrakesh 38,4°C.
Piogge intensissime sabato 6 luglio in alcune regioni della Cina centrale. Tra le 18 GMT di venerdì e la stessa ora di sabato, 151 m ad Anqing, 139 a Macheng, 105 a Youyang (102 in 6 ore).
Forti piogge tra Argentina nordorientale ed Uruguay giovedì 4 luglio. Tra le 6 GMT di giovedì e la stessa ora di venerdì, 55 mm a Posadas (Argentina), 51 ad Artigas (Uruguay), 49 a Paso de los Libres (Argentina), 48 a Rivera (Uruguay). Nell’estremo nord dell’Argentina, verso il confine con il Paraguay, è stato invece il caldo protagonista, con massime anche oltre i 30°C (Las Lomitas 31,0°C, Formosa 30,3°C, 24,3° e 22,8°C le medie delle massime di giugno).
La tempesta tropicale Erick è evoluta allo stadio di uragano di categoria 1 nella giornata di sabato, continuando a muoversi parallela alle coste del Messico occidentale, senza fare “landfall”, del resto non previsto neppure nei giorni seguenti. Le bande nuvolose associate alla tempesta hanno comunque portato piogge intense in alcune zone del Messico sudoccidentale. Tra le 6 GMT di venerdì 5 e la stessa ora di sabato 6 giugno, 89 mm ad Acapulco, 72 a Guanajuato.
Venerdì 5 luglio una violenta mareggiata, con ondate alte fino a 6-7 metri, ha investito la costa cilena e quella del Perù meridionale, causando danni e disagi. Le ondate provenienti dal Pacifico meridionale hanno scavalcato le scogliere poste a protezione dei lungomare, invadendo i quartieri rivieraschi di numerose città cilene. Le ondate hanno così spazzato le strade di lungomare. Nella città costiera di Antofagasta, in particolare, gigantesche ondate hanno invaso le strade litoranee, fra lo stupore dei passanti e degli automobilisti investiti dalle onde, che hanno spostato i veicoli spaventando gli occupanti. La grande mareggiata ha provocato diversi feriti, molti dei quali curiosi intrattenutesi presso le spiagge per immortalare l’oceano in tempesta. Danni anche alle flotte pescherecce cilene, con molte imbarcazioni danneggiate e molte altre tratte a terra in fretta e furia dai pescatori e salvate così dall’impeto del mare. L’oceano in tempesta ha creato difficoltà anche alle colonie di leoni marini che popolano le coste cilene. La forte mareggiata ha investito anche le coste del Perù meridionale, con ondate alte fra i 4 e i 5 metri. Le ondate hanno sommerso le strade litoranee nella città di Chimbote, causando alcuni danni. Decine di imbarcazioni sono state distrutte o risucchiate dall’oceano in molti villaggi di pescatori. In questo periodo dell’anno, nel cuore dell’inverno australe, mareggiate violente non sono rare lungo le coste cilene, anche se generalmente colpiscono soprattutto la costa centro-meridionale.