CLIMA E METEO: lo studio delle macchie solari procede di pari passo con l’invenzione del primo telescopio da parte di Galileo Galilei, che, per primo, notò la presenza di “macchie” sulla superficie del Sole.
Nel 1610 lo studioso le notò per la prima volta e pensò che fossero “nubi” incollate sulla superficie del Sole.
Da allora questo fenomeno venne studiato dagli astronomi, e si notò anche la quasi totale scomparsa di macchie nel periodo compreso tra il 1645 ed il 1715, noto adesso col nome di “minimo di Maunder”, ma fu solo nel 1843 che l’astronomo Shwabe notò la presenza periodica di questo fenomeno, ed il ciclo con periodicità di 11 anni, durante il quale le macchie raggiungono un loro massimo e minimo relativo.
Sono stati costruiti vari modelli per la spiegazione di questo fenomeno, che è dovuto al campo magnetico solare, e gli studi si stanno intensificando negli ultimi anni, quando si sta facendo strada, tra una parte fortemente minoritaria della comunità scientifica, una possibile spiegazione alternativa al Global Warming, dovuto ad un’eccezionale periodo di circa 90-100 anni nel XX Secolo nel quale il Sole ha raggiunto un picco massimo di attività.
Gli studi effettuati da parte della Dott. Zarkhova mettono in evidenza la possibilità che il campo magnetico solare possa raggiungere un minimo attorno al 2020, ma non è il solo studio scientifico presente.
Gli scienziati Livinstong e Penn, nel 2010, effettuarono una ricerca basata sul costante indebolimento delle macchie solari, ricerca poi aggiornata successivamente, che mostrerebbero un calo costante della superficie occupata da tali macchie nel corso degli ultimi decenni.
Secondo questa estrapolazione, attorno al 2030 si raggiungerebbe un minimo di circa 1500 Gauss nel campo magnetico solare al di sotto del quale nessuna macchia comparirebbe più.
Ma qual è l’importanza dal punto di vista climatico?
Tra il 1645 ed il 1715 la scomparsa delle macchie solari comportò anche una diminuzione della radiazione solare, e la Terra entrò in una fase fredda che venne chiamata “Piccola Età Glaciale”, con, ad esempio, il fiume Tamigi che gelava regolarmente ogni 4-7 anni a Londra, ed una forte avanzata dei ghiacciai alpini.
La possibilità che si possa ripetere un minimo di Maunder, nonché un calo generale delle temperature terrestri, è oggetto di dibattito da parte degli scienziati, ma la maggioranza tra essi ritiene che possa al limite ridurre un po’ l’impatto del Global Warming generato dai gas serra.