I modelli meteorologici prevedevano, nei giorni scorsi, diffuse piogge al centro Italia a seguito di
un duplice ingresso ciclonico, con azione atlantica ed africana.
Le precipitazioni erano pressoché palesi per il Settentrione mentre, nonostante diversi modelli le proponessero, quest’ultime apparivano esitanti al centro Italia e tal dubbio è stato ben inquadrato dal modello meteorologico UKMO, capace di rimediare prontamente alle emissioni dei run precedenti.
I centri di calcolo sono molto affidabili e rasentano in diversi casi una precisione eccellente ma le variabili in questa scienza, la meteorologia, sono innumerevoli e “infide” e quindi bisogna aspettarsi qualche errore o qualche svista.
Nel caso delle piogge attese nel weekend trascorso c’è da analizzare che un centro di calcolo ha grosse difficoltà nell’inquadrare l’orografia del territorio e le varietà complesse dei microclimi e nella fattispecie diverse zone tirreniche centro-meridionali non hanno tratto giovamento dalle correnti sciroccali, richiamate dal flusso atlantico penetrato al Nord Italia.
Quest’oggi la condizione sinottica è cambiata radicalmente e possiamo tornare a parlare, con qualche certezza in più, di una azione perturbata sul Tirreno.
La penisola ed il Mediterraneo si trovano al cospetto di una ben organizzata saccatura che molla lentamente la presa; in questo suo graduale sfibramento evolvono numerose dinamiche bariche e si avvicendano strutture perturbate manovrate da sagaci movimenti alla medio/alta troposfera.
L’affondo pronunciatamene meridionale della saccatura ha “smosso” il jet streak e dalle coste africane ha avviato una condizione ciclonica in seno ad una avvezione di temperatura che sta dando vita ad un processo di ciclogenesi nel medio/basso Tirreno; questa situazione verrà amplificata da un secondo impulso proveniente da W-NW di aria fredda che sta traslando verso le coste tirreniche.
Si verranno a trovare, nel medesimo posto, aria umida e calda di matrice africana mentre ai piani più alti della troposfera si insinua un “disturbo” più secco e freddo in arrivo dal cut-off.
I parametri temporaleschi come lo shear sono previsti in mutamento ed atti alla crescita di fenomeni intensi e possibili grandinate visti gli updrafts in sviluppo.
Più a sud, a ridosso delle coste della Tunisia/Libia in estensione verso il meridione, si osservano gli effetti di una splendida Warm Conveyor Belt; senz’altro la sua presenza può contribuire a fenomeni instabili, vorticosi ma anche imprevedibili o di difficile localizzazione.
Essendo una figura sinottica in continua evoluzione e molto “rapida” è una incognita per la previsione di fenomeni convettivi.