L’inizio dell’inverno meteorologico è coinciso con un parziale ritorno del flusso atlantico, che è stato davvero latitante in quest’autunno, condizionando pesantemente la stagione soprattutto dal punto di vista pluviometrico.
Non si tratta comunque di un flusso atlantico capace di portare situazioni piovose degne di nota sull’Italia, in quanto la rotta lungo cui si muovono le perturbazioni, verso il nostro Paese, avviene lungo una direttrice da nord/ovest verso sud/est; ciò prevede l’inevitabile impatto contro la barriera alpina delle correnti nord-atlantiche, con conseguente salto quasi totale delle regioni settentrionali.
Tali correnti di tipo mediamente zonale, durante gli scorsi giorni, permettevano il transito d’interferenze nuvolose significative solo sulle regioni settentrionali, ma sostanzialmente innocue, mentre il resto dell’Italia era alle prese con condizioni maggiormente stabili, grazie alla distensione di un braccio periferico dell’Alta Pressione oceanica.
Quest’oggi assistiamo invece ad una più netta erosione barica sul bacino centrale del Mediterraneo, a causa dell’approfondimento di un’ondulazione ciclonica, con relativo fronte freddo in transito collegato ad una profonda area ciclonica con perno sulla Penisola Scandinava.
La spinta meridiana dell’onda depressionaria verso latitudini mediterranee è peraltro una conseguenza, più ad occidente, dalla parziale elevazione verso nord dell’Anticiclone delle Azzorre, il cui cuore si trova collocato appena ad ovest della Penisola Iberica.
Tale rimonta anticiclonica permetterà il travaso di parte dell’aria fredda scandinava in direzione dei Balcani e, marginalmente, fin su parte dell’Italia, accentuando le ondulazioni del flusso su tutta l’Europa, con maggiori scambi meridiani che favoriranno l’arrivo della modesta avvezione fredda fin sulle regioni meridionali italiane.
Tornando al presente, la situazione attuale mostra gran parte del centro-sud interessato da un tappeto nuvoloso, costituito dalla parte avanzata frontale e dal vero fronte freddo, al momento proteso dalla Sardegna settentrionale fino all’alto e medio Adriatico.
La parte più attiva del ramo frontale è quella in discesa lungo le regioni centrali, con alcuni modesti focolai temporaleschi in genesi tra Marche ed Umbria; le piogge interessano inoltre alcune zone del Lazio e della Campania, regioni che si trovano sopravvento rispetto al flusso temperato ed umido occidentale pre-frontale, che precede l’imminente discesa del settore freddo perturbato.
Come anticipato, il Nord si trova in gran parte fuori rispetto a questa circolazione, comandata da sostenute correnti nord-occidentali: l’ausilio del Satellite Meteosat mostra, tuttavia, un’importante nuvolosità lungo tutta la cerchia alpina, generalmente oltre i confini, ove impattano le correnti settentrionali, causando situazioni di stau.
In queste zone si va addossando aria più fredda a tutte le quote, con quote neve in graduale discesa fino a quote localmente inferiori ai 1000 metri. Gli sconfinamenti precipitativi più importanti sui nostri versanti sono quelli in atto sulla Val d’Aosta, accompagnati da raffiche di vento fortissime: gran parte della regione, tranne il settore sud/orientale, è alle prese con bufere di neve sulle principali località sciistiche, con quota neve variabile tra gli 800 ed i 1100 metri.
Sulle restanti zone centro-occidentali del Nord tali correnti scendono sotto forma di foehn, con ampi rasserenamenti e temperature più miti nei fondovalle e pianura piemontese, fino a punte di 15-16 gradi.
Non mancano effetti favonici nemmeno sul medio versante adriatico, interessato dalle correnti occidentali miti, in caduta dai rilievi appenninici con ulteriore riscaldamento per compressione della massa d’aria. Su queste zone, specie sulla costa abruzzese, si sono toccati i valori più alti di tutto il Paese, con punte di circa 20 gradi.
Il vento risulta essere una componente di rilievo finora anche sulle coste tirreniche, ma anche in Liguria per quanto concerne la prima parte della giornata, con qualche danno per caduta di alberi e disagi al traffico aereo. Misurate raffiche ad oltre 80 chilometri orari sugli aeroporti di Pisa e Roma Fiumicino.