Sovente si legge, attraverso l’espressione di un termine assolutamente improprio:
Un vero e proprio insulto alla “sinfonia quantistica degli elaboratori”.
Un lettore, che sia esso un meteo appassionato o un meteo esperto, non ha la giusta ragione, motivazione, di pronunciare detta parola.
Un modello previsionale è come un complesso spartito musicale ove le “partiture” , evoluzioni strutturate delle note sul pentagramma, sembrano incomprensibili agli occhi dei molti lettori.
Il coordinatore , direttore dell’orchestra, dopo una visione attenta e lettura più volte ripetuta della scala musicale, attraverso la chiave d’apertura, riesce ad esprime una giusta armonia nel capire, quindi interpretare, il vero legame che esiste congiungendo una nota all’altra in maniera fluida e senza salti di ottave disarmonici.
In tutto questo, come in molte altre discipline dello scibile umano, ci vuole un’estrema applicazione e dedizione, propensione, nel cogliere ogni minimo, anche se insignificante, di ogni qualsiasi passaggio armonico.
Ma il pubblico è esigente e vorrebbe udire dalla “natura” quel crescendo di “toni” che lo conducano immediatamente al “dirompente” finale musicale.
Non ci siamo! Il rispetto per la natura, o per altra arte, non va ricercato nella convulsa ed infantile espressione “del tutto e subito…”, ma “nell’attimo”, e qui torniamo alla materia trattata, in cui si “schiude” una prospezione previsionale alla quale, necessariamente, deve essere attribuita una visione di grande respiro.
Non si può saltare di foglio in foglio (GFS06Z – GFS12Z – GFS18Z) perdendo completamente la cognizione, quindi l’emissione di apertura, che è la chiave principale per un giusto procedere (lettura). Sarebbe come leggere un libro di alta “suspence” emotiva, saltando, in maniera del tutto casuale, ora 10 ora 15 pagine, per arrivare alla parola “FINE”.
Ciò è veramente “sprezzante”, sicuramente poco qualificante, per chi i modelli li vuol necessariamente interpretare in questa maniera.
L’umano ragionamento non ha questo filo logico, filosofia, ma deve necessariamente oltrepassare gli schemi “stereotipati” del “comune visionato e del comune pensiero”.
Ardua spiegazione meteo, ma necessaria se vogliamo “produrre”, attraverso visioni, intuizioni o altro, un risultato che possa essere quello, non il più desiderato, ma il più realizzabile.
I modelli vedono questo “orientamento”… quale diritto abbiamo noi di interrompere la loro lettura?