La conferma della British Antarctic Survey è arrivata: con -52,6 °C il settembre 2005 è stato il più caldo nella storia di Amundsen-Scott. La base permanente americana, eretta sul finire del 1956 al Polo Sud geografico, ed entrata in funzione nel gennaio successivo (la prima rilevazione termica in archivio è un -24,4 °C datato 18 GMT dell’11 gennaio 1957), non aveva mai sperimentato una temperatura media tanto elevata nel mese che vede il ritorno del sole sopra l’orizzonte. Lo scostamento dal trend 1957-2004 è di +6,8 °C, che si riduce però a +6,6 °C rispetto al ‘nuovo’ trend 1957-2005. Come anticipato in https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12022, il primato ha cancellato quello del 1991, che era di -53,2 °C. Gli estremi del mese sono stati registrati l’8 settembre con -35,2 °C e il giorno 23 con -66,6 °C.
Dal punto di vista meteorologico sono interessanti le note redatte da Tony Black e John Gallagher e messe a disposizione dall’Antarctic Meteorological Research Center, secondo cui il settembre 2005 ha inanellato una serie di record circa la nuvolosità media, risultata di 6/8 e registrata solo nel settembre 2004; 19 sono poi stati i giorni coperti, superando i 16 del settembre 1991; tre infine i giorni sereni (2/8 di copertura nuvolosa), un minimo che ha un solo precedente nel settembre 2001. Una copertura nuvolosa così persistente significa due cose nel bilancio termico complessivo: avvezione calda di probabile origine marittima, confermata da una media mensile di 15,6 mph nella velocità del vento, e albedo ridotto con conseguente accumulo di calore nei bassi strati.
Anche a Vostok il settembre 2005 è rimasto sopra la media storica, ma non in modo tanto clamoroso: con -63,4 °C si è collocato a +2,8 °C dal trend 1958-2005 ma, tenuto conto che la deviazione standard di settembre è di 3,2 °C, si può ritenere che il valore abbia caratteri di normalità.