L’affondo del Vortice Polare ha riportato l’inverno alle alte latitudini: il freddo si è consolidato in particolar modo sulla Penisola Scandinava, con valori ulteriormente calati ben al di sotto dei livelli tipici del periodo. L’abbassamento termico si è rivelato ancor più acuto, considerando che meno di una settimana fa era in corso una rilevante ondata di caldo. La presenza d’aria particolarmente rigida soprattutto in quota ha fornito quei contrasti necessari allo sviluppo di un po’ d’instabilità atmosferica.
Si sono così avute precipitazioni, che hanno assunto carattere nevoso temporaneamente fino a quote molto basse: i fiocchi si sono visti persino su Oslo e Stoccolma nelle prime ore della giornata, anche se non hanno attecchito al suolo per la temperatura che superava di alcuni gradi lo zero. I venti freddi polari si sono allungati fino al Centro Europa, addossandosi parzialmente all’Arco Alpino che verrà in parte scavalcato nelle prossime ore. Resta fuori dalla circolazione fredda l’Ovest Europa, con un anticiclone che inizia ad affacciarsi timidamente verso la Penisola Iberica, ove i temporali si sono andati a localizzare sulla parte orientale della Spagna.
Non c’è da aspettarsi nulla d’eclatante per l’Italia: l’ingresso d’aria fresca sarà assai smorzato e limitato, sufficiente per alimentare nuovi contrasti temporaleschi, peraltro già ampiamente tenuti in vita da un’ampia circolazione depressionaria, il cui perno principale si è andato a collocare verso le regioni meridionali. Tutto il sistema ciclonico è in piena fase evolutiva verso levante e questo ha determinato la cessazione delle miti correnti africane che avevano portato in precedenza ad una crescita delle temperatura.