Il mese di settembre continua a rispettare a grandi linee i canoni della normalità quasi assoluta, ma nell’ultima settimana si è vivacizzato un po’ di dinamismo: in particolare, una vasta area anticiclonica ha garantito una fase di tepore (temperature solo di qualche grado sopra le medie del periodo) su oltre metà del Continente Europeo per tutta la prima parte della settimana, mentre in seguito le redini del meteo sull’Europa sono state prese in mano da una saccatura alimentata da correnti d’estrazione artica.
Le due situazioni differenti messe assieme scolpiscono un trend ancora di quasi perfetta normalità, sulla falsariga di quanto già accaduto nelle passate settimane. Come possiamo apprezzare nell’osservare la cartina in basso, praticamente in nessuna zona d’Europa si sono avute anomalie positive o negative superiori ai 2-3 gradi: in particolare, spiccano lievi scarti positivi sull’area baltica, mentre quelli debolmente negativi (più fresco della norma) tendono a concentrarsi tra i Balcani ed aree estremamente localizzate di Italia, Francia meridionale e Spagna.
Irruzione fredda in grande spolvero negli ultimi giorni e questo si riflette in maniera assai significativa sui livelli raggiunti relativamente alle temperature minime: su gran parte delle aree interne dell’Europa Centro-Settentrionale i valori sono scesi addirittura fino a 5 gradi o poco al di sotto, ma le vere gelate si sono avute solo in misura limitata specie tra l’entroterra scandinavo e la Scozia.
La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da un regime pluviometrico piuttosto irregolare, con situazioni più perturbate tra la Scandinavia e parte delle Isole Britanniche. Fenomeni molto intensi si sono accaniti ancora una volta fra l’estremo Nord-Est, la Slovenia e la Croazia, aree queste ultime già penalizzate da nubifragi e qualche situazione alluvionale. Un certo deficit pluviometrico spicca sull’Europa Centro-Orientale, ove è rimasto insediato un campo d’alta pressione.