Aria molto più fresca ha iniziato a riversarsi dalla Valle del Rodano verso la Sardegna e le regioni centro-settentrionali tirreniche, zone ben esposte a questa circolazione con refrigerio benefico e clima finalmente più gradevole. Ben diverso invece lo scenario per il versante opposto, quello adriatico, e al Meridione dove resistono in modo più efficace i residui effetti della bolla africana che da numerosi giorni opprimeva l’intero Paese.
La circolazione occidentale, innescata dal minimo barico approfonditosi sottovento alle Alpi, ha raggiunto anche i versanti adriatici, ma con effetti ben meno piacevoli rispetto alle regioni di ponente. Non a caso, per molte aree di Marche, Abruzzo e Molise, soprattutto fascia costiera, questa è stata la giornata più calda. I venti da ovest-sud/ovest, incontrando lo sbarramento appenninico, sono costretti a scavalcarlo per poi discendere rapidamente “in caduta” sui pendii sottovento. La caratteristica di queste correnti è legata al fatto che subiscono l’effetto adiabatico scendendo dai monti, riscaldandosi e facendo impennare la temperatura sulle pianure e sui litorali interessati.
E’ quello che chiamiamo effetto favonico, equiparabile a quanto avviene quando si insinua il foehn in Pianura Padana, che discende dalle vallate alpine. Di solito il Garbino in Adriatico interviene nelle ultime battute delle ondate di caldo, quando si attivano i caratteristici venti pre-frontali, anche se a scanso di equivoci, non è atteso nessun passaggio perturbato in questo caso. Fra le temperature più elevate segnaliamo quella di Termoli con 39 gradi e Pescara con 38 gradi, ma nemmeno la costa marchigiana è stata risparmiata dalla fiammata favonica con 37 gradi misurati all’aeroporto di Falconara. Caldo diffuso su gran parte del Sud e sulla Sicilia: spiccano i 38 gradi di Catania Sigonella, i 36° di Reggio Calabria e di Brindisi.