La discesa di aria artica marittima sviluppatasi dal mare di Norvegia ed entrata alle nostre latitudini con una doppia azione, attraverso la valle del Rodano e la porta della Bora, ha portato sulla nostra regione una situazione climatica più consona al periodo. L’irruzione tutto sommato non è stata di forte intensità e in molti casi le temperature sono tornate in media, la mitezza dei mesi scorsi però ha accentuato la sensazione di freddo.
Nella giornata di giovedì la neve ha fatto la sua comparsa nel Veneto centro settentrionale, nevicate a carattere coreografico hanno colpito città come Treviso, Padova e Vicenza, la temperatura positiva e la debolezza delle precipitazioni non hanno permesso di avere accumulo, l’unico capoluogo di provincia imbiancato è stato Belluno.
Nel veneto meridionale le precipitazioni in pianura sono state sotto forma di pioggia mentre la neve ha interessato la zona dei Colli Euganei compresa la zona pedecollinare, sopra i 200/300 m di quota la neve ha pure fatto accumulo.
Nella mattinata di venerdì l’instabilità causata da diversi piccoli nuclei freddi passanti sopra la pianura veneta ha permesso di avere rovesci nevosi di durata limitata anche sul Basso Veneto, come nella giornata di giovedì la temperatura positiva non ha permesso accumuli al suolo.
Al pomeriggio si sono alternate schiarite e annuvolamenti, la pressione è comunque in costante rialzo e il vento da NE rasserenerà il cielo.
Francamente sul Veneto ci aspettavamo qualcosina in più degli isolati rovesci nevosi che hanno interessato l’area tra giovedì 25 e venerdì 26 gennaio, sulle Prealpi e Dolomiti (qui solo in un primo momento iniziale) il bilancio è stato sicuramente più soddisfacente ed utile ai fini degli sport invernali e dell’approvvigionamento delle riserve idriche (anche se la stagione continua a rivelarsi eccezionalmente deficitaria sotto il profilo nivometrico).
Cos’è che ha fatto sì che i fenomeni fossero così modesti?
La spiegazione più semplice, considerando le osservazioni fatte sulla sinottica in questi giorni, è che il minimo sia stato abbastanza circoscritto e debole, incapace di generare la vorticità necessaria in grado di portare ad un quadro di spiccato e diffuso maltempo. Si sono verificati isolati e limitati episodi di instabilità (spesso nevosa) che hanno colpito a macchia di leopardo il territorio ed in modo sostanzialmente equo, con correnti nel complesso deboli al suolo che hanno impedito che zone considerate favorite come il rilievo e l’alta pianura vicentina e svantaggiate come la lessinia e la pedemontana veronese, avessero alla fine accumuli fortemente disomogenei.
Una perturbazione dunque debole che ci ha fatto vivere un’atmosfera sicuramente più invernale ed ora esauritosi il capitolo precipitazioni ci attendiamo una fine di gennaio in linea, o leggermente sotto le medie di riferimento del periodo con massime in ripresa e minime in discesa sabato 27. Domenica 28 nuova possibile entrata per qualche ora della bora per via di una nuova irruzione artica che scivolerà verso i Balcani lungo la dorsale adriatica.
in collaborazione con Marco Camera di www.meteoveneto.com