Osservando il cielo e le immagini satellitari, sembra remota la possibilità di neve su Roma e Firenze, la perturbazione che sta interessando la Sardegna, annunciata più vigorosa di quella che era transitata venerdì, ha causato nell’Isola solo piovaschi sporadici, oltre che un rialzo termico e raggiunge con nubi sfrangiate il Centro Italia e le Venezie. Quella di venerdì, sull’Isola aveva fatto piovere con abbondanza e portato una bella fioccata su Roma con neve sui Castelli Romani.
Nella notte, qua e là, qualche particella di fiocco di neve si è vista svolazzare, eppure c’era chi aveva anche messo le catene in auto per tornare a casa dopo il sabato sera trascorso con gli amici, non si sa mai: specie nelle piane toscane i modelli matematici ad alta risoluzione proponevano la caduta tra i 5 ed i 10 cm di neve. Previsione neppure troppo azzardata, dato che con le correnti occidentali da quelle parti piove anche solo con nuvolosità pre-frontale e adesso che è giunta l’occasione di nevicare neppure una perturbazione riesce a produrre precipitazioni.
Non parliamo di Roma? Anzi, parliamone eccome. La Capitale segna una temperatura di -4°C all’Urbe e di -3°C a Fiumicino, si tratta di valori non molto frequenti per la città, ed il cielo è nuvoloso, ma la neve dove sta?
Il modello matematico SEMBAC, fiore all’occhiello delle varie proiezioni disponibili stamattina, mette “neve su Roma” per la fine mattinata ed il primo pomeriggio, tuttavia altri modelli a scala ridotta non mettono fenomeni di rilievo sulla Capitale.
C’è rischio di neve sulle piane toscane, sull’Umbria e persino sulle piane romane: bande di nubi compatte si stanno portando dal Mar Tirreno verso la terraferma.
Il previsore, poveretto, davanti a queste situazioni non rischia di fare una brutta figura, anzi, la farà di certo se lavorerà correttamente, se emetterà un bollettino tentando la fortuna avrà il 50% di dare una previsione corretta.
Siamo alla “frutta”, ma solo perché pretendiamo troppo dalla scienza che ci permette di sapere che tempo farà.
Siamo in Italia e non in Norvegia, neppure in Inghilterra, da noi la previsione del tempo è più complessa per innumerevoli fattori, ce lo dimentichiamo troppo spesso.
Ma vorrei finire il mio intervento sul rischio neve ormai ampiamente diffuso per molte regioni del Nord Italia a partire da domani.
Insomma, sulla carta vi sono certezze e diffidenze sul tempo che farà da lunedì a mercoledì: rischio neve altissimo per Torino, alto anche per Milano, ma sarà così?
Tra giovedì e sabato, poi, le incongruenze tra i modelli matematici suggeriscono al previsore di tornare a letto e fare una buona dormita: oggi è domenica, anche i modelli matematici sono stressati dopo una settimana di gran lavoro. La mia forse è una repulsione alla previsione dei modelli sul lungo termine, un rifiuto, un non sarà così: troppe volte da quelli europei a agli americani hanno modificato le linee di tendenza.
Gli estimatori del tempo che farà e dei fenomeni meteorologici, compreso il sottoscritto, pretendono troppo dalle proiezioni matematiche riassunte dai modelli matematici. La previsione del tempo non è certezza che un evento si verifichi, ma solo una percentuale, una probabilità.
Insomma, prendiamo per quello che sono le previsioni meteo e non per certezza, apprezzeremo meglio i risultati.