Questa seconda parte d’agosto è iniziata all’insegna di un recupero della stagione estiva, dopo il break avvenuto nella fase finale di luglio e con ulteriori ricadute che hanno in parte caratterizzato anche all’avvio d’agosto. Naturalmente, il Mediterraneo ha pienamente risentito del comportamento meteo così ballerino delle ultime settimane: le acque in superficie si sono agitate a più riprese, determinando un raffreddamento (causato da rimescolamenti con gli strati più freddi presenti a pochi metri di profondità) per quel che concerne soprattutto il bacino centro-occidentale.
Il Mediterraneo Orientale, coinvolto da frequenti e ripetute ondate di calore, ha continuato nel corso di tutto il periodo a scaldarsi, contribuendo direttamente al nuovo picco d’anomalia positiva attuale. Nel complesso, le acque del Mediterraneo stanno registrando una temperatura media di +26,74°C (circa un grado in più del valore riscontrato lo scorso 27 luglio): come possiamo notare dalla mappa in basso, i livelli minimi di temperatura restano ancora collocati sul Golfo del Leone (valori superficiali al di sotto dei 20 gradi), mentre su alcune aree costiere ad est, soprattutto quelle della Turchia, si stanno misurando picchi addirittura di 31-32 gradi. Attorno all’Italia, si superano i 25 gradi in genere sui bacini meridionali, su parte del Tirreno Centrale e diversi tratti del Mar Adriatico.
Vediamo più nel dettaglio quali sono le attuali anomalie, in raffronto alla normalità del periodo: concentrando l’attenzione sull’Italia, possiamo notare come i bacini meridionali e l’Adriatico presentino valori generalmente sopra la norma, mentre fra i mari più freschi spiccano quelli ad ovest della Sardegna, della Corsica, il Mar Ligure e localmente qualche tratto prossimo alla costa del Basso Lazio e della Campania. Nel complesso, l’anomalia termica del Mediterraneo è pari a +1,34°C, nuovo picco annuale dopo i +1,2°C che erano stati toccati circa un mese fa: naturalmente gran parte di quest’anomalia è dovuta al serbatoio di calore che si è formato sulle zone orientali mediterranee, con scarti oltre la norma che arrivano a toccare punte di oltre 5 gradi.