Stiamo vivendo in queste ore un marcato peggioramento di stampo atlantico, arrivato secondo tempistiche anomale, ma ugualmente ben accetto visto il gap pluviometrico che segnalano gran parte delle regioni italiane.
La dinamica di questa fase depressionaria è pregevole dal punto di vista sinottico/teleconnettivo, essendo didascalico il posizionamento dei valori e delle figure bariche.
In Europa vige un regime climatico semi-zonale, con valori pressori intensi alle medie ed alle alte latitudini, corrisposti da un index AO negativo ed in continuo regresso; sulle mappe sinottiche si riscontra una decisa presenza anticiclonica nel medio Atlantico contrastata da una vivace azione polare passata, sostanzialmente, ad un core bilocato in wave pattern 2, con pulsazione canadese intensa. In questa veduta d’insieme manca la rappresentazione di altri fattori che contribuiscono a confondere le idee ed innescare dubbi evolutivi: NAO, EAJ, MJO, QBO, ITCZ, POLAR/EURASIA, SP etc.
Tra tutti, la NAO, si attesta su valori di debole positività e, come abbiamo detto nello scorso editoriale, questa sua condizione da una parte preclude una tendenza agli scambi meridiani ma, d’altra parte, propone una serie di evoluzioni interessanti e possibili.
Con una NAO deb.+ potrebbe instaurarsi un regime di Scandinavian pattern positivo, con blocco anticiclonico alle alte latitudini e possibile fase di termicizzazione.
Questa futuristica visione barica, presa isolatamente, può indurre a ritenere che vi sia una grossa probabilità di innesco freddo/continentale verso il Mediterraneo: ma le dinamiche sono molto più complesse.
Osservando le serie storiche delle annate con le irruzioni più intense, noteremo che la NAO è quasi sempre stata in condizioni di forte-moderata negatività e, soprattutto, accompagnata da una EA- ed un pattern scandinavo neutro/positivo.
Nella circostanza attuale abbiamo soltanto la possibilità di un blocco pressorio tra Scandinavia e Russia non accompagnato da una efficace azione del ramo atlantico in veste di oscillazioni NAO e del jet stream (EA).
Altri valori, non trascurabili, non sono nella condizione di proporre vedute ottimistiche nel medio termine e, tra tutti, possiamo citare MJO e QBO.
La MJO è tornata in fase di nucleo e, l’unica nota positiva sulla quale slanciarsi in analisi propositive, è un suo indirizzamene verso la fase 7/8, luoghi dell’oscillazione che provocherebbero una miglior disposizione della Cella di Hadley e una conseguente attività longitudinale delle onde.
La QBO resta in fase positiva e non c’è motivo di pensare ad un suo improvviso cambio in easterlies poiché non è ancora raggiunto il punto di viscosità tra West e East, dove essa cambia di segno e muta di direzione. La condizione di QBO+ , oltre che inibire in un certo modo gli scambi meridiani, è accompagnata dal Solar Flux basso e, come da statistica, l’accoppiata non è generatrice di situazione dinamiche fredde in Europa/Mediterraneo.
In America lo stratwarming ha potuto generare l’irruzione che seguiamo in troposfera grazie ad una condizione teleconnettiva (PDO-) fruttuosa, accompagnata da un blocco aleutinico che, proprio dalla pacific decadal oscillation, ha tratto energia.
In Italia/Mediterraneo è ora in atto un buon riscaldamento stratosferico in area atlantica ma, il vero problema, è che non si riesce a creare un forte anticiclone in Atlantico con estensione meridiana; senza questa importante figura barica sarà difficile ottenere una depressione retrograda orientale o una saccatura intensa da N-N-E.
L’index AO rappresenta, ad oggi, una situazione di forte azione stratosferica ma non è confortato dal suo ramo atlantico, inibito dai continui warming e dall’attività pressoria vivace alle medie latitudini, confortata da una cella di hadley poco attiva e da un ITCZ sempre propenso ad innescare apporti di matrice sub-tropicale, per ora frenati grazie alla semi-zonalità ed al flusso ciclonico atlantico.
Lo stesso warming, ora in fase minor, potrebbe coadiuvare una risposta in troposfera, facilitando una maggior distensione dell’Hp in sede atlantico-scandinava ma, per ora, noto che gli Ep-flux restano abbastanza divergenti, non facilitando la propagazione del riscaldamento e l’azione di blocking. Aspetto il prossimo aggiornamento di circolazione stratosferica.
Il quadro sinottico descritto non è molto favorevole ad un’ondata di freddo e, in questo inverno fatto di scampoli freddi e staticità, è bene partire da una accurata analisi oggettiva, prima di impostare faraoniche visioni sinottiche.
Con questo vogliamo comunicare ai lettori che, nonostante una visione globale complessa, le possibilità di una recrudescenza termica sono discrete, a partire dalla seconda decade mensile.
Dobbiamo però mettere sul piatto della bilancia una limitazione teleconnettiva-sinottica evidente, che può però essere contrastata proprio da questi continui warming che, in brevi lassi temporali, riescono a mutare gli scenari barici.