L’Atlantico ha messo in questa fase nuovamente il turbo verso l’Europa Mediterranea, ma l’anticiclone russo ed i nuclei gelidi del Vortice Polare, a nord della Penisola Scandinava, sono pronti a riportare un severo respiro invernale nel corso della prossima settimana. Cosa accadrà? Il nocciolo gelido scandinavo tenderà man mano a sprofondare verso sud, entrando sul cuore dell’Europa a causa di un blocco anticiclonico in rinforzo sui meridiani atlantici e per l’attrazione della circolazione ciclonica che si rinnoverà sul Mediterraneo Centro-Occidentale ad inizio settimana per l’ennesima incursione atlantica.
L’area vorticosa a carattere molto fredda, ulteriormente alimentata da apporti artica, sembrerebbe così destinata ad entrare fin sull’Italia. Questo è quello che certificano i principali modelli matematici, di cui vi mostriamo alcune immagini più significative di raffronto relative al medio termine (distanza di previsione 144 ore) per valutare le differenze.
GFS Il modello americano prevede tra giovedì 11 e venerdì 12 l’ingresso del “polo freddo” in quota sul cuore dell’Italia (Toscana) e minimo barico al suolo in prossimità del basso versante adriatico. Le isoterme a 500 hPa saranno comprese diffusamente fra i -30 ed i -35°C, mentre per quelle ad 850 hPa si prevedono valori intorno ai -10°C su tutto il Nord (punte di quasi -15°C sulle Alpi), Toscana e Marche, la-8 sulle restanti regioni centrali, mentre la -4/-5°C tenderà a sfondare fino a quasi tutte le regioni meridionali e la Sicilia. Andrà ovviamente valutato l’impatto con le Alpi, quindi tali isoterme rischiano d’essere un po’ sopravvalutare a fronte di una stessa dinamica più accurata in vicinanza dell’evento. Ad ogni modo, si tratta di termiche degne di una ondata di gelo di forte entità.
ECMWF Sfondamento del nucleo freddo sull’Italia già a partire da mercoledì 10, con poderosa area ciclonica sulle regioni centro-meridionali. Alle 144 ore il poletto a 500 hPa si attenderebbe addirittura sul Tirreno Meridionale, come possiamo vedere nella mappa sotto. L’avvezione fredda all’altezza di 850 hPa è mostrata tuttavia dai toni meno estremi rispetto al modello GFS: la -8°C è prevista solo su parte del Nord, mentre la -4/-5 ingloberà un po’ tutte le regioni centrali e la Sardegna.
ALTRI MODELLI Le altre elaborazioni modellistiche vedono un minore sfondamento del nucleo gelido a 500 hPa sul cuore del Mediterraneo, che pertanto potrebbe stazionare più in prossimità dell’Arco Alpino, ma questo non toglierebbe l’ingresso d’aria molto fredda sull’Italia (in particolar modo sul Centro-Nord), coadiuvata da un ampia circolazione ciclonica. Ci riferiamo in particolare all’evoluzione proposta dalle DWD, dalle NOGAPS, dalle GEM e di quest’ultima possiamo vedere quello che è lo scenario previsto alle 144 ore, quindi un po’ leggermente diverso rispetto ai principali modelli GCM, considerati più affidabili.