Una nuova ricerca dell’Università di Washington dimostra che l’aumento delle temperature della superficie del mare nella zona dell’Oceano Pacifico, lungo l’equatore e nei pressi della International Drive Data Line, dipende dalla circolazione atmosferica. Quella stessa circolazione atmosferica che ha causato alcuni dei più grandi cambiamenti nel clima antartico negli ultimi decenni.
L’acqua più calda determina un sollevamento dell’aria, che a sua volta crea una grande ondulazione atmosferica, le cosiddette onde di Rossby. Succede in tal modo l’aria calda si trasferisce nel settore occidentale dell’Antartide e capita sia durante l’inverno che nel corso della primavera.
L’Antartide è un Continente isolato dal vasto Oceano del Sud, ma i nuovi risultati “dimostrano che è ancora influenzato dai cambiamenti climatici che accadono in altre parti del pianeta”, sostiene Eric Steig, professore di Scienze della Terra e direttore del UW Quaternary Research Center.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati il 10 aprile sulla rivista Nature Geoscience . L’autore principale è Qinghua Ding, ricercatore presso lo stesso ente. Tra i co-autori figurano il Professor Steig, David Battisti, professore di scienze atmosferiche all’UW, e Marcel Küttel, un ex ricercatore dell’UW attualmente impegnato in nuovi studi Svizzera.
Gli scienziati hanno utilizzato la temperatura di superficie e le osservazioni satellitari per mostrare un forte legame statistico tra il riscaldamento dell’Antartide, in gran parte provocata da venti occidentali associati all’alta pressione sul Mar Amundsen adiacente all’Antartide occidentale, e le temperature della superficie del mare nella zona centrale dell’Oceano Pacifico tropicale.
Quel che emerso dall’analisi è la forte correlazione tra le letture relative alla temperatura delle acque superficiali del Pacifico centrale e i dati concernenti le temperature antartiche durante i mesi invernali, da giugno a agosto. Anche se non così marcato, l’effetto è apparso evidente anche nei mesi primaverili da settembre a novembre.
I cambiamenti osservati a livello di circolazione appaiono come una serie di celle di alta e bassa pressione che seguono un percorso ad arco dal Pacifico tropicale verso l’Antartide occidentale. Il ché è da considerarsi la prerogativa essenziale delle onde di Rossby, così come riportato dagli stessi testi in materia, sostiene Ding. Lo stesso modello viene costantemente prodotto nei modelli climatici.
L’analisi dei dati concernenti i cambiamenti osservati nelle temperature della superficie del mare tropicale, ha permesso ai ricercatori di scoprire che potevano rappresentare la metà di tutti i cambiamenti osservati nella temperatura invernale dell’Antartide Occidentale.
“Tutto ciò è da ritenersi un meccanismo differente da El Niño”, continua Steig. Tale fenomeno climatico, che ha un’influenza sulle condizioni meteorologiche in tutto il mondo, agisce principalmente sulle temperature della superficie del mare più a est, sempre nel Pacifico, vicino al Sud America. Può accadere, ma non sempre, che risulti associata al forte riscaldamento nel Pacifico centrale.
Steig ha osservato che l’influenza delle onde di Rossby sul clima dell’Antartico occidentale non è un concetto assolutamente nuovo, ma questa è la prima volta che tali onde hanno dimostrato di essere associate ai cambiamenti a lungo termine della temperatura antartica.
I risultati potrebbero avere implicazioni anche per comprendere le cause che vi sono dietro all’assottigliamento della calotta antartica occidentale, quella che per intenderci contiene circa il 10 per cento di tutto il ghiaccio in Antartide.
Steig ha osservato che i venti occidentali generati dall’alta pressione stazionante sul Mare di Amundsen spinge l’acqua fredda a distanza dal bordo della calotta di ghiaccio, costringendola in mare aperto. Viene successivamente sostituita dall’acqua più calda in risalita dalle profondità oceaniche, che va a sciogliere il bordo della calotta da sotto.
Il lavoro è stato finanziato dalla National Science Foundation.