Siamo agli inizi di un’altra settimana, abbiamo lasciato alle spalle un weekend estremamente caldo, afoso. La configurazione ha visto per vari giorni un campo di Alta Pressione dominare la scena meteorologica non soltanto in Italia, ma anche sull’Europa centrale. Coi suoi massimi ubicati al di là delle Alpi, ha causato un rialzo termico sostenuto in Val Padana e nelle Centrali tirreniche. Sono queste le aree peninsulari che più di tutte hanno patito l’ondata di caldo, anche perché ai picchi termici si sono uniti tassi d’umidità dell’aria piuttosto alti. E’ questa la ragione per cui s’è menzionata l’afa, per cui ai telegiornali o nel corso delle previsioni in tv s’è parlato di caldo percepito. Quando l’umidità raggiunge valori di 70/80 punti percentuale, la sensazione di calore percepita dal nostra organismo è ben superiore.
Anche ieri la colonnina di mercurio ha raggiunto picchi di 34/35 gradi. Le aree più calde in assoluto sono state quelle del Veronese e del Fiorentino, seguite a brevissima distanza dalle principali città dell’Italia Settentrionale. Non si può dire sia andata meglio in Sardegna, o al Sud. Però in questo caso sappiamo che a Luglio è più normale che possano essere raggiunti determinati valori. Ciò non toglie che sull’intera Penisola sia in atto una pesante anomalia termica. Valori che rispetto alla norma sono superiori anche di 7/8 gradi.
Gran parte della settimana ha visto manifestarsi anche l’instabilità diurna. Temporali che sovente hanno avvolto le zone alpine, e parte dell’Appennino. Non solo, negli ultimi giorni degli episodi si sono registrati anche in qualche tratto della Pianura Padana. Sintomo che qualcosa, anche se temporaneamente, sta mutando. Sull’Europa orientale è presente infatti un piccolo nucleo di aria fredda, che sta forzando la resistenza anticiclonica sul suo bordo orientale. Impresa titanica, considerata la potenza della struttura altopressoria, ciò non toglie però che qualche sbuffo d’aria fresca stia riuscendo a penetrare in quota e nelle prossime ore causerà un incremento della nuvolosità.
Già ora, con l’ausilio dell’immagine satellitare, notiamo dei temporali avvicinarsi alle Alpi orientali. Non bisognerà attendere molto prima che vadano a sconfinare sul territorio nazionale. Si avrà un piccolo peggioramento temporalesco, che coinvolgerà principalmente le Venezie e l’Emilia. Considerata l’enorme energia in gioco, è assai probabile che le precipitazioni possano assumere una certa intensità e non si esclude la possibilità di qualche grandinata.
L’attività temporalesca si estenderà anche alle Alpi centro occidentali, interessando in maggior misura la Lombardia. Ed anche in questo caso non escludiamo che qualche precipitazione riesca a propagarsi verso il piano. Soprattutto di sera. Le ore pomeridiane, inoltre, vedranno accrescersi addensamenti scuri e minacciosi in Appennino. Anche in questo caso è probabile che si associno a dei temporali e sembra che le zone a maggior rischio siano quelle del medio alto versante adriatico e i settori meridionali.
Altro elemento che si può notare dall’osservazione dell’immagine è un ammasso nuvoloso in rotta sul Mar di Sardegna. Sta risalendo dal Nord Africa, al suo interno sono presenti diversi temporali e la causa di questa instabilità è imputabile all’ingresso di masse d’aria umida atlantica sulla Penisola Iberica. E’ probabile che nel pomeriggio si possa verificare una leggera accentuazione della cumulogenesi nelle aree interne della Sardegna, tanto da non escludere qualche isolato fenomeno.
Vi starete domandando se caleranno le temperature. Probabilmente si perderà qualche grado laddove l’azione temporalesca sarà più ficcante, ma nulla di eclatante. Si resterà comunque al di sopra della norma e le notizie per i prossimi giorni non sono certo le migliori. Siamo infatti in attesa dell’Anticiclone africano, che dovrebbe condurci da mercoledì verso una ulteriore escalation del caldo.