Il robusto anticiclone Xenia tiene sotto scacco gran parte dell’Europa, con massimi barici situati fra le nazioni centrali del Continente e l’area baltica. Il vasto impero anticiclonico frena l’esuberanza delle correnti oceaniche, frenate alle porte delle coste atlantiche. Un impulso perturbato più minaccioso punta verso la Penisola Iberica, già presa di mira negli ultimi giorni da altri fronti: forti temporali si sono sviluppati sull’Atlantico Portoghese, dove si va approfondendo un regime di bassa pressione. Il tentativo di sfondamento dei sistemi perturbati avverrà proprio attraverso la porta iberica, un lento incedere che pian piano vedrà le propaggini perturbate spingersi verso l’Italia.
Sul nostro Paese si va però al momento rafforzando l’influenza del campo d’alta pressione: l’instabilità residua sulle estreme regioni meridionali ioniche si va affievolendo e abbassando di latitudine, schiacciata dal peso dell’anticiclone. I massimi barici, come detto, restano posizionati a latitudini alte e l’Italia è abbracciata dal bordo meridionale dell’anticiclone, quello nel quale vengono a scorrere correnti relativamente fredde da est provenienti dalle nazioni balcaniche, con nubi addensate sui versanti adriatici.
Osservando l’Europa, appare chiaro come è divisa in due fronti: clima freddo sui settori orientali e parte di quelle centrali, non solo per la presenza di un lago d’aria relativamente fredda, ma per il ristagno di nubi basse e strati nebbiosi. L’Italia è un po’ nel mezzo, parzialmente lambita dalle interferenze fresche orientali. Ben diverso lo scenario sulla parte occidentale dell’Europa, in particolar modo sulla Penisola Iberica dove risalgono correnti più calde nord-africane che precedono l’inserimento dei fronti perturbati atlantici.