La fase di marcata instabilità continua a coinvolgere una buona fetta dell’Europa, a causa della costante presenza di un’ampia saccatura. Il rifornimento artico risulta una componente essenziale per mantenere in vita così a lungo questo motore perturbato, che non riesce così a dissipare tutta la propria notevole energia. L’affondo ciclonico giunge fino alle coste marocchine ove giungono le propaggini dell’aria artica, mentre all’opposto viene invitata a salire aria ben più calda sul cavo ascendente della saccatura e quindi verso il Mediterraneo Centro-Orientale: il caldo si è un po’ smorzato all’estremo Sud dell’Italia e sulla Sicilia, accentuandosi invece tra la Grecia, la Turchia e l’area di Cipro, tutte zone ove è stato localmente sfondato il muro dei 30 gradi.
Uno dei vari vortici ciclonici secondari che alimentano l’ondulazione ciclonica sull’Europa si è quest’oggi trasferito dal Golfo di Biscaglia verso i settori alpini. La posizione maggiormente ravvicinata del perno ciclonico ha rinvigorito il richiamo umido e perturbato sud/occidentale, il quale ha portato una perturbazione dapprima più attiva sulle regioni centrali (rovesci di notevole intensità sull’Alta Toscana) e successivamente propiziatrice di maltempo e marcata instabilità su una buona parte del Nord Italia. Diversi temporali si sono sviluppati nel cuore della giornata sull’Emilia, sulle pianure del Triveneto, ma localmente anche in Lombardia senza risparmiare il capoluogo Milano: piogge molto abbondanti, favorite dall’orografia, si sono accanite tra il varesotto, il Canton Ticino e la zona di Como, ove sono stati rilevati addirittura picchi di oltre 130 millimetri di pioggia in molto meno di 24 ore.