Aprile è trascorso all’insegna del sole e di qualche temporale presso isolate zone peninsulari, in particolare al centro-sud ma, globalmente, la condizione idrica è deficitaria e preoccupante.
In Ciociaria, la terra di chi vi scrive, la media pluviometrica è mediamente elevata, grazie ad una performante condizione geografica-orografica ma, anche in questa zona del Basso Lazio, nonostante diverse località abbiano superati i 400mm da inizio anno, la condizione delle falde acquifere è preoccupante, senza voler sottolineare che, sebbene vi siano state precipitazioni, gli accumuli di pioggia sono sotto media.
Dalle prossime ore l’anticiclone, che ha perso moderatamente la spinta sub-tropicale, si muoverà verso nord-ovest, in direzione della Groenlandia, favorendo una duplice azione ciclonica: dall’Atlantico arriverà una goccia fredda richiamata da una zona di bassa pressione presente tra le Baleari ed il Tirreno; l’azione occidentale fungerà da esca per instaurare un asse depressionario disposto da nord-est verso sud-ovest, dentro il quale sarà convogliata aria fredda di matrice polare-continentale.
L’Italia sarà al centro di questo regime ciclonico e, per questo aspetto, bisognerà attendersi un peggioramento dall’aspetto instabile ed imprevedibile nella sua prima fase.
In un secondo momento, quando la saccatura fredda in quota subentrerà nel bacino mediterraneo, il fronte potrà essere più vasto e meglio organizzato.
Sarà lecito attendersi l’avvento di fenomeni convettivi intensi poiché subiremo un generalizzato calo dei geo-potenziali ed annesso calo termico a tutte le quote, con l’aggiunta di una condizione fredda nella media-alta troposfera; questo aspetto della fase perturbata e fredda è accompagnato da una condizione termica peninsulare (ed Europea) mediamente calda, con SST marine elevate ed un gran serbatoio di calore latente al suolo.
Una miscela davvero esplosiva per la formazione di fenomenologie temporalesche ben strutturate e variegate.
Maggio inizierà in modo opposto a quanto espresso dal mese di Aprile, con il segno distintivo delle piogge e del calo termico(tornerà la neve sulle Alpi e su qualche cima appenninica), con buone possibilità che la fase perturbata non sia soltanto un breve passaggio intermedio in attesa di un nuovo affondo africano.
Certamente bisognerà tornare ad analizzare il lungo termine poiché, con il proseguo della stagione, è fisiologico un ritorno del clima stabile piuttosto che il mantenimento di area depressionarie; basterà un lieve spostamento dell’asse di saccatura per indirizzare nuovamente aria calda sub-tropicale.
A nostro sfavore, per il futuro, c’è la condizione del vortice polare stratosferico che, da tanti mesi, è rimasto vivacemente attivo; questa condizione non comporta matematicamente ad un’estate calda però ci ha insegnato che può lasciare in eredità un flusso semi-zonale/zonale con ripercussioni sul pattern AO/NAO.
Intanto aspettiamo fiduciosi questa buona fase perturbata che, senz’altro, sarà un toccasana per il territorio nazionale, sia in termini pluviometrici che termici.