Qual è il record mondiale del freddo? Accade di leggere, anche in pubblicazioni scientificamente rigorose, dati riguardanti Vostok che nessuno sa quando siano stati registrati. La cronologia ufficiale del record alla base russa è la seguente:
25 agosto 1958 -87,4 °C
24 agosto 1960 -88,3 °C
21 luglio 1983 -89,2 °C
Tali valori sono quelli riconosciuti dal Catalogue of Russian Federation antarctic meteorology data (Camd). Nella relazione sull’evento stesa l’11 novembre 1983 da A.B. Budretskij (Leningrado, 1984), si legge che verso la metà del mese interessato _le condizioni di circolazione atmosferica che preludono al nuovo record sono favorevoli. Il 15 luglio sulla zona di Vostok si è disposta un’area di pressione di 614 mb con tempo sereno, vento debole e temperatura dell’aria di -75 °C. Nei giorni successivi la temperatura dell’aria si è abbassata in media di 2,5 °C al giorno raggiungendo, alle 5.45 ora di Mosca (del 21 luglio 1983: ndr) -89,2 °C; dato che è stato registrato da un apparecchio termometrico a distanza (tarato sino a -90 °C e posto in una capannina psicrometrica: ndr)… Questo dato è stato registrato in maniera ufficiale… Lo stato tecnico della strumentazione è stato verificato il 22 luglio 1983. Dopo il raggiungimento del minimo di temperatura dell’aria la direzione del vento, che fino a quel momento era settentrionale, si è modificata da nord ovest. La sua velocità ha iniziato ad aumentare e la temperatura dell’aria si è innalzata bruscamente. Già alle 16 del 21 luglio la temperatura si era innalzata a -85,3 °C. Il 23 luglio la velocità del vento raggiunse 12-16 mps, cominciò la tempesta e la temperatura dell’aria si innalzò a -66,7 °C._
Al di là dei particolari inerenti il record, la relazione contiene note meteorologiche interessanti. La forte discesa dei valori termici infatti, si realizza con calma o assenza di vento, quando le correnti di origine marittima non interferiscono con la perdita di calore che caratterizza il cuore del plateau antartico. I venti catabatici infatti, che sulla costa raggiungono velocità da uragano, fanno da nastro trasportatore del freddo polare verso le medie latitudini, regolando non solo il clima del Continente di ghiaccio, ma dell’emisfero australe nel suo complesso.
Tornando ai valori estremi, a volte l’errore è indotto da dati falsati o da letture fantasiose. Nella stessa South Pole history (Sph), a proposito del record di Vostok, si rintraccia un dato di -89,6 °C, che non corrisponde affatto ai -128,6 °F di cui, pure, si dà notizia (la conversione, in effetti, è -89,2 °C). Sulle misure provenienti dalle Aws poi, si potrebbe riscrivere l’intera cronologia del record. Per fare qualche esempio, il 22 settembre 2004, al rilevamento delle 21.56 di Dome C II, si legge uno strepitoso -96,6 °C; peccato che, alle 21.46, la temperatura fosse di -64,6 °C e, alle 23.30, fosse risalita a -62,6 °C. Nei sommari dell’Amrc (Antarctic meteorological research center) riguardanti Clean Air, l’Aws che sorge accanto alla base di Amundsen-Scott, per l’8 giugno 2000 è stato inserito un dato di -89,5 °C; segnalato a Linda M. Keller, responsabile del controllo di qualità all’Amrc, è stato corretto a -60,0 °C.
Dato per assodato che l’errore è umano e che la strumentazione automatica non sempre è attendibile, sarebbe invece necessario, da parte dei divulgatori di record, una più puntuale documentazione, che faccia sempre riferimento alle fonti. Altrimenti, tanto vale inventarsi dei numeri e buttarli a casaccio: vince chi la spara più grossa.
Quanto alla caccia ai -90 °C, l’attesa è per l’International polar year 2007-’08, quand’è prevista la messa in funzione di un’Aws (tipo Aastino) a Dome Argus (80°49′ lat. S, 76°31′ long. E, quota 4.030 metri), nel settore più elevato del plateau antartico. È lì che si pensa possano realizzarsi le temperature più basse del continente che, malgrado mezzo secolo di colonizzazione, cela ancora molti segreti.