E’ un periodo nel quale è tornato alla ribalta l’argomento Tsnuami. Inutile soffermarsi sulla tragedia Giapponese, ampiamente dibattuto le scorse settimane. E del vulcano Marsili, che pare si stia risvegliando, s’è discusso in altri editoriali.
Non è il caso di farsi prendere dal panico, sia bene inteso, certo è che i vulcani sottomarini meriterebbero maggiori attenzioni. Sinora, sbagliando, si riteneva che fossero capaci di eruzioni effusive e soltanto raramente di fenomeni esplosivi. Invece no, un recente studio sembra aver dimostrato che l’attività esplosiva è più frequente di quanto si credesse.
Parlare solamente di rischio Tsunami, tuttavia, sarebbe errato. Sembra infatti che le eruzioni producano enormi quantità di CO2, destinate a diffondersi in atmosfera. Vediamo perché.
Tra il 75 e l’80 per cento di tutta l’attività vulcanica sulla Terra avviene nelle profondità marina, lungo le dorsali medio-oceaniche. La maggior parte di questi vulcani producono flussi di lava effusiva, piuttosto che eruzioni esplosive, sia perché i livelli di gas magmatici (che alimentano le esplosioni e sono costituiti da una varietà di componenti, tra cui, cosa più importante di CO 2 ) tendono ad essere bassi, sia perché le strutture vulcaniche sono soggette all’enorme pressione dell’acqua circostante.
Nel corso circa gli ultimi 10 anni però, i geologi hanno ipotizzato, in base alla presenza di cenere vulcanica in alcuni siti, che le eruzioni esplosive possano verificarsi anche in questa tipologia di vulcani. Ma nessuno, sinora, era riuscito a provarlo.
Utilizzando una microsonda ionica, Christoph Helo, dottorando presso il Dipartimento McGill di Terra e di Scienze Planetarie, ha scoperto alte concentrazioni di CO 2 in moltissime gocce di magma intrappolate all’interno di cristalli recuperati dai depositi di cenere vulcanica a Axial Volcano, Juan de Fuca Ridge, al largo della costa dell’Oregon.
Le gocce intrappolate rappresentano lo stato del magma prima dell’eruzione. Attraverso questa scoperta, Helo e i colleghi ricercatori della McGill, del Monterey Bay Aquarium Research Institute e della Woods Hole Oceanographic Institution, hanno dimostrato che le eruzioni esplosive possono effettivamente verificarsi anche nelle profondità oceaniche, o comunque nei vulcani sottomarini. Il lavoro mostra inoltre che il rilascio di CO2 in direzione dell’atmosfera terrestre, almeno in alcune parti delle dorsali medio-oceaniche, è molto più alto di quanto si sia ipotizzato sinora.
Dato che le dorsali medio-oceaniche rappresentano il più vasto sistema vulcanico sulla Terra, questa scoperta avrà sicuramente importanti implicazioni per il ciclo globale del carbonio.