Gli eventi nevosi sono legati alla traiettoria dei fronti perturbati e dei relativi minimi di pressione, e naturalmente dalla temperatura al suolo, dalla quota dello zero termico nella libera atmosfera e dalla temperatura media della colonna d’aria al di sotto di essa; occorre, in pratica, che sia presente uno spesso strato di aria molto fredda davanti alla perturbazione avanzante, oppure che aria fredda intervenga in tempo utile, prima che si esaurisca il fenomeno perturbato.
Le situazioni che portano la neve sulla Valle Padana occidentale sono poi generalmente diverse da quelle che producono fenomeni nevosi in Emilia o sul settore nord orientale.
La conformazione fisica della Valle Padana occidentale, favorisce spesso il ristagno a bassa quota, di consistenti strati di aria fredda, condizione indispensabile per le nevicate da “cuscino freddo” che si manifestano quando aria calda e umida, sospinta da depressioni sui mari a ovest dell’Italia, scorre sopra uno strato di aria fredda; in queste condizioni le massime precipitazioni nevose si verificano su Piemonte e Lombardia occidentale; solo se il cuscino di aria fredda si presenta particolarmente consistente, possono estendersi verso il Veneto e l’Emilia Romagna; spesso però in queste situazione, Reggio Emilia rimane ai margini degli eventi nevosi che arrivano ad interessare più direttamente il piacentino.
Le correnti meridionali, infatti, assottigliano rapidamente il “cuscino freddo” sulla porzione orientale della padania dove si può avere pioggia che si congela, e provocano un rapido innalzamento dello zero termico sull’area appenninica, dove la neve può tramutarsi in pioggia ancor prima che in pianura.
Significativo l’episodio del 24 e 25 dicembre 2000, quando la neve cadde su tutto il settore occidentale, mentre solo pioggia congelantesi interessava Reggio Emilia e gran parte dell’Emilia Romagna fino a 1700 m di quota.
Le depressioni del Golfo di Genova possono portare neve nel reggiano se riescono a richiamare aria fredda dai quadranti orientali, mentre sarà pioggia se prevarranno le correnti meridionali; paradossalmente può piovere a Reggio e sull’Emilia Romagna sotto l’effetto dello scirocco, mentre nevica a Genova sulla quale si riversa da nord l’aria fredda che trabocca dalla pianura padana attraverso i bassi valichi appenninici.
Il settore orientale padano veneto risulta invece interessato da cadute di neve con irruzioni di aria fredda da nord est, in questo caso lo stau appenninico che si risente anche sulla pedemontana emiliano romagnola è in grado di produrre nevicate consistenti, come il 13 dicembre 2001.
Nel caso di circolazioni depressionarie originate da afflussi freddi dalla valle del Rodano con minimo barico sulle regioni centrali, all’effetto orografico degli Appennini, si somma quello dell’aria umida che affluisce in quota, favorendo nevicate importanti a sud del Po. particolarmente interessata risulta, in queste fasi, la fascia pedemontana a sud della città di Reggio, mentre raramente i fenomeni nevosi si spingono a nord del Po;. Situazioni di questo tipo si sono verificate il 21-11-1999, e più volte tra il febbraio e il marzo del 2004.
Da un’analisi da me condotta, tra il 1968-69 e il 2003-04, le nevicate significative ( superiori a 10 cm) occorse ad Albinea, 155 m slm, 10 km a sud di Reggio Emilia, sono state prodotte per l’80% da situazioni da stau appenninico con circolazioni depressionarie chiuse posizionate sull’Italia centrale o da irruzioni di aria fredda dai quadranti settentrionali, mentre solo il 20% è attribuibile a nevicate da avvezione calda su preesistente cuscino di aria fredda.
Fonti di informazioni: archivio personale