Una premessa è d’obbligo. Andiamo incontro ad una settimana di stasi atmosferica, specie sulle regioni del Centro Nord. Una fase anticiclonica puramente invernale, alquanto normale nel suo sviluppo e negli effetti attesi. Eppure sarà una calma relativa, minata da influenze orientali all’estremo Sud, segno di un importante dinamismo sulla Russia Europea.
Tuttavia è ancora molto presto per decretare la fine ingloriosa del mese in essere, soprattutto alla luce di precise dinamiche in sede alto atmosferica. Scossoni barici non facilmente individuabili attualmente dai modelli e che potrebbero riservare inaspettate sorprese.
L’evoluzione generale
Detto ciò, quel che possiamo osservare in sede europea risulta apparentemente semplice. Una figura di alta pressione tra Centro Europa e Mediterraneo incastonata tra due differenti nuclei molto freddi: il Vortice canadese ad Ovest, quello Russo ad Est. Due figure, queste ultime, capaci di contendersi la scena imbrigliando tra le loro spire il campo di alta pressione sopra citato, mentre il collega oceanico rimarrà in pieno Oceano schiacciato da una poderosa attività Polare in sede Groenlandese.
Il tempo previsto in Europa e sull’Italia
Alla luce di quanto appena delineato, avremo sull’Europa condizioni meteorologiche nettamente differenti. Il gelo si impadronirà della Russia Europea, con valori termici al suolo che con tutta probabilità non si registravano da decenni. La parte centrale del Continente, compreso il bacino del Mediterraneo, seguiterà ad essere interessata dal campo di alta pressione di origine continentale, con condizioni di tempo tutto sommato stabile ma che dal punto di vista termico-climatico avrà i connotati del puro inverno.
Sulla parte occidentale del continente avremo un progressivo peggioramento delle condizioni meteorologiche, per via di fronti Nord Atlantici che gradualmente tenderanno a portarsi verso Sudest. Da segnalare inoltre le masse d’aria fredda che, associate alla colata gelida Russa, si spingeranno verso i Balcani e poi verso il nostro Meridione, laddove si assisterà ad un progressivo raffreddamento nel corso della settimana.
Quel che più interessa sottolineare è tuttavia la difficoltà nell’individuazione dello sblocco ad una situazione di stallo come quella descritta. I principali modelli di previsione indicano un cedimento barico da Ovest, causa una nuova goccia fredda in direzione delle coste meridionali della Penisola Iberica, in successivo movimento verso le nostre regioni. Tuttavia non si dovrebbero sottovalutare ulteriori alternative, dettate sia da un progressivo indebolimento del Vortice Groenlandese in spostamento verso Ovest, sia dal possibile isolamento di cellula alto pressoria sui Paesi Scandinavi.
Ipotesi ed elementi che potrebbero fungere da lascia passare per una ripresa dinamica dell’alta pressione delle Azzorre, costretta attualmente ad un ruolo da comprimaria in pieno Oceano Atlantico. Scenari, questi, che potrebbero manifestarsi a giorni nelle nuove proiezioni modellistiche.
In conclusione
Com’è facilmente intuibile, l’evoluzione per il prossimo futuro appare quanto mai complicata. Si potrebbe obbiettare l’opposto, ossia la fluidità con la quale vengono proposte tendenze votate alla stabilità da qui fin verso l’ultima decade. Ma sarebbe troppo facile e certamente riduttivo osservare i modelli così “grossolanamente”, senza carpirne quell’essenza derivante dal movimento, anche impercettibile, di alcuni attori barici protagonisti.