Per chi giornalmente non segue la meteorologia, la stagione estiva non ha ancora avuto inizio, in attesa della fatidica data del 21 giugno. Di conseguenza, anche a ragion dovuta, il tempo che ci sta accompagnando in questi primi giorni del mese non ha niente di clamorosamente strano. Le temperature sono sostanzialmente in linea con la stagione, salvo qualche sporadica eccezione, mentre i temporali rappresentano il normale percorso verso il raggiungimento della vera stabilità stagionale, quella di luglio e agosto.
Ma sarà fra qualche settimana che gli italiani inizieranno a chiedersi che tempo farà durante le “ferie”. Nella comune speranza che il sole e il clima mite possano favorire un godibile periodo di relax. Ma ci sarà anche chi, invece, come accanito appassionato di eventi “anormali”, starà sempre alla finestra nell’attesa di qualsiasi episodio degno di rilievo o che perlomeno si discosti dal tipico andamento estivo Mediterraneo (se ancora esiste).
In questi ultimi giorni sono giunte varie notizie riguardo al tempo previsto per i prossimi tre mesi, alcune delle quali anche allarmanti. Si, perché da più parti abbiamo letto o sentito paragoni con la terribile estate del 2003, addirittura c’è chi ha azzardato tre mesi molto più caldi. Chi invece ha un po’ di dimestichezza in più col web, si sarà imbattuto con previsioni circa un’estate fresca instabile, stile 2002.
Bene, dove sta la verità? Certamente alle spalle di alcune di queste teorie stanno previsioni elaborate da importanti centri di ricerca sul clima, attraverso l’utilizzo di modelli matematici dai caratteri “stagionali”. In altri casi, magari, è probabile che ci sia basati unicamente su sensazioni dettate dall’esperienza professionale o, ancora peggio, su una ricerca spasmodica degli share mediatici.
Basandoci sulle nostre osservazioni, che solitamente non vanno al di la dei 15-20 giorni (peraltro già tanti), possiamo assolutamente dire che fino ad ora, se si esclude l’ondata calda di fine maggio, la stagione pare essersi incanalata sui binari della normalità. È vero che a metà della prossima settimana è previsto uno scossone piuttosto intenso ma, a meno di un proseguo di tal genere, non rappresenterebbe nulla di “anomalo” (se non per la configurazione tipicamente invernale).
Volendo avanzare un’ipotesi, magari velleitaria, sui prossimi tre mesi, si potrebbe ad oggi propendere verso una stagione “termicamente” normale. Andrà poi verificato se tale normalità sarà raggiunta attraverso episodi di caldo estremo controbilanciati da fasi più fresche ed instabili, o se la stagione deciderà di intraprendere la strada che un tempo pareva quasi insostituibile: l’alta delle Azzorre in sede Mediterraneo.
In conclusione, l’ipotesi definita pocanzi velleitaria potrebbe rimanere tale, smentita poi da un’estate rovente oppure da una stagione più fredda della norma. Una cosa è certa: la natura sceglierà l’andamento a lei più congeniale, senza che noi si possa agire in un senso o nell’altro. Saremo dei semplici e fortunati, magari attenti, osservatori.