Negli ultimi anni si è iniziato a parlare di un possibile blocco della Corrente del Golfo a causa di una diminuzione di salinità delle acque dell’Atlantico settentrionale, per effetto della fusione dei ghiacciai del Labrador e della Groenlandia.
Inoltre, la crescita di precipitazioni complessive per effetto della salita della temperatura media del Globo, si percepisce più nelle fasce a clima freddo con un incremento delle nevicate, e si ottiene un maggiore apporto d’acqua dolce durante l’estate per la fusione delle nevi.
Gli studi sul riscaldamento del Pianeta non vedono un aumento uniforme della temperatura. Così che alcune zone avranno inverni più rigidi ed altre più caldi, per non parlare delle estati talvolta capricciose ed altre caldissime.
Ogni volta che in Europa si discute di valori termici in aumento, si punta lo sguardo alla Corrente del Golfo ed al suo possibile declino, con effetti catastrofici.
In diverse epoche preistoriche si sono avute modifiche severe nelle correnti oceaniche, e si è anche verificato con la paleo-climatologia, che la Corrente del Golfo si è attenuata più di una volta in passato.
Di recente, sovente dall’America, vengono pubblicate ricerche che demoliscono la teoria secondo cui l’Europa avrebbe un clima invernale molto più mite della costa orientale dell’America per l’azione mitigatrice della Corrente del Golfo.
Queste voci sono anche autorevoli, e danno erroneo il pericolo che l’attenuazione della Corrente del Golfo sarà responsabile di inverni rigidi.
Le argomentazioni principali sono le seguenti:
la forza di Coriolis mette in moto un movimento dell’atmosfera terrestre e le masse d’aria scorrono da ovest verso est. Mentre a causa delle differenze di temperatura tra regioni equatoriali ed i Poli, si originano movimenti di masse d’aria che percorrono il Globo a cavallo di onde.
In alcune regioni del Pianeta, queste onde vengono costrette ad una rapida salita, come avviene nel Nord America, dove le correnti oceaniche del Pacifico, risalgono la costa verso nord deviate dall’immensità della barriera delle Montagne Rocciose. In seguito, il flusso d’aria tende a portarsi verso sud, fugge dalle regioni dell’Artico canadese verso il settore orientale dell’America.
Le coste americane occidentali, seppur lambite da una corrente fredda, misurano, a parità di latitudine, inverni miti simili a quelli europei, anche se in queste zone l’effetto della massiccia area continentale produce una maggiore estremizzazione climatica.
In Europa i venti che soffiano dall’Oceano Atlantico, irrompono nel Continente senza ostacoli, ed il clima del Vecchio Continente risulta mite poiché fortemente influenzato da quello marittimo.
Gli stessi venti occidentali arrecano inverni ben più freddi di quelli europei, nel settore orientale dell’Asia. Nella stagione invernale, le terre emerse si raffreddano molto più del mare e tutte le regioni orientali dei Continenti, risultano più freddi dei versanti occidentali.
Su questo tema, in questi giorni è apparso un bell’articolo sul periodico Le Scienze, il quale pone l’argomento in una visione più rilevante: la Corrente del Golfo riscalda le due sponde dell’Atlantico nella stessa misura.
Altre teorie affermano che un’attenuazione della Corrente del Golfo, ridurrebbe gli effetti del Global Warming sull’Europa.
Tuttavia, sono in parecchi a sostenere ben altro.
In virtù delle tante teorie, menzionerei anche quelle che esprimono come già tangibili gli effetti sul Clima della diminuzione di velocità della Corrente del Golfo indicata da varie ricerche.
I temi climatici hanno invaso le maggiori testate giornalistiche su internet, in tv, radio e carta stampata. E gli scienziati che studiano i cambiamenti del Clima sono sempre di più.