L’ondata di freddo artica più rilevante di tutto l’inverno ha messo a dura prova anche la Sardegna, prima con le nevicate a basse quote (dove non è giunta la neve, è arrivata la gragnola o la grandine) che hanno interessato l’isola fino al 2 marzo, e infine con le intense gelate da irraggiamento notturno di questi primi giorni di marzo.
Eppure febbraio era trascorso in maniera mite e quasi anonima nelle prime due decadi. La siccità è stata la grande protagonista del periodo, il tutto culminato con un’eccezionale invasione di correnti calde sahariane tra il 20 e il 22 febbraio. Su quest’evento, trovate un approfondimento qui: https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=7558 .
Passando da un eccesso all’altro, ecco che il freddo giunge con impeto dalla Valle del Rodano, con primi impulsi artici giunti nella giornata di venerdì 27 febbraio, e le prime nevicate che giungono sui rilievi nuoresi del Gennargentu, nonché fino a Fonni, a 1000 metri d’altezza.
E poi il fine settimana trascorre favolosamente con la neve che a più riprese imbianca fino a basse quote varie località della Sardegna, specie il settore nord, ove si spinge fino a quote di appena 300 metri s.l.m., sotto un vento di ponente e maestrale decisamente sostenuto.
L’ondata di freddo raggiunge l’apice durante la giornata di lunedì 1 marzo. In questa fase Cagliari scende addirittura appena a +1°C, mentre la neve riesce ad imbiancare addirittura qualche zona di pianura del sud/ovest della Sardegna, nel basso Sulcis. E dai radiosondaggi di Cagliari Elmas emergono per l’appunto i -5.3°C toccati a 1400 metri d’altezza, valore identico a quello rilevato nell’ondata di freddo e neve a bassa quota d’inizio febbraio 2003.
Residue nevicate, specie sul sud/est della Sardegna, si sono avute per temporanee condizioni d’instabilità ancora il 2 marzo. L’instabilità è stata generata dalla presenza di aria ancora più fredda in alta quota, con una punta massima di -36.7°C a Cagliari Elmas a circa 5400 metri d’altezza.
L’afflusso continuato d’aria artica, oltre a trasmettersi nei bassi strati grazie alle precipitazioni, si evidenzia poi dai valori minimi notturni, una volta giunto il miglioramento su gran parte dell’isola, con cieli per lo più sereni a partire tra la notte tra l’1 e il 2 marzo.
E particolarmente rilevanti sono i valori minimi rilevati il 2 marzo, dalla rete di stazioni del Servizio Agrometeo Regionale (SAR). In molti casi, le temperature sono addirittura inferiori di oltre 10 gradi rispetto alla media climatologica del periodo.
Le gelate più intense nelle località normalmente soggette, in condizioni di cielo sereno ed assenza di vento, a forte inversione termica. Balza all’occhio il dato di Illorai (SS), la cui stazione si trova a 882 metri d’altitudine, con una minima di ben -12.6°C, che presenta un’anomalia rispetto alla norma di quasi 15 gradi; segue Villanova Strisaili (NU) con -11.1°C.
Ma è tutta la Sardegna a precipitare sottozero, anche le località di pianura. Basti pensare che ben 33 località monitorate dal SAR (su un totale di 58, di cui alcune con i dati non pervenuti) hanno presentato minime negative, e la maggior parte delle altre località, tranne quelle costiere, generalmente valori prossimi a 0°C.
Gelo principale protagonista anche nelle temperature minime rilevate nella notte tra il 2 e il 3 marzo. Gelate meno intense (valore più basso ancora ad Illorai (SS), ma con -6.6°C), ma che interessano ancora la gran parte delle stazioni monitorate dal Servizio Agrometeo regionale.
In conclusione, l’evento freddo che ci ha pesantemente interessato negli ultimi giorni non è raro in questo periodo, anche se certamente non possiamo trascurarne l’intensità, che lo fa classificare al primo posto tra le ondate di gelo e neve di quest’inverno. Generalmente fine febbraio presenta situazioni più dinamiche, favorevoli al ritorno d’episodi di freddo, talvolta anche rilevanti.
Certamente non è consueto che marzo inizi con valori così rigidi sulla Sardegna. Il ritorno della neve ha consentito la riapertura degli impianti del Bruncuspina e di Monte Spada, sui rilievi del Gennargentu. Tuttavia la neve non è così abbondante, basti pensare che n’è caduta addirittura di più sulle cime del massiccio del monte Linas (cui si riferisce l’immagine in alto), nel Cagliaritano, che presentano altitudini inferiori rispetto al Gennargentu.