Per trovare il gelo intenso in Europa, o meglio in un paese che ha un piccolo “pezzo” in Europa, bisogna andare tra le montagne dell’Anatolia, nella Turchia centro-orientale.
Dopo le abbondanti nevicate della prima parte del mese che erano arrivate fino a Istanbul e alle coste del Mar Nero, il freddo non ha infatti più abbandonato questa nazione ponte tra l’Europa e l’Asia, e non solo nella sua parte interna anatolica. Nell’ultima settimana solo le aree costiere mediterranee del sud sono tornate ad avere valori termici normali o leggermente sopra la norma.
Il gran freddo anatolico è proseguito anche nel periodo natalizio.
Il 26 dicembre il termometro è sceso a -26,5°C ad Agri, -25,8°C a Erzurum, -25,6°C a Kars, -22,5°C ad Ardahan, tutte situate a oltre 1600 m di quota.
Dall’inizio del mese queste le medie minime/massime di Erzurum: -20/-7,3°C; di Kars: -17,7/-5,7°C; di Agri: -17/-6,6°C.
Ad Erzurum finora il mese è il secondo più freddo di una serie di dati che inizia nel 1929, preceduto dal dicembre 1953 che ebbe una media di -14°C.
Ma fa molto freddo anche più ad ovest. Ad Ankara, con una media di -2°C, il mese è 5 gradi sotto la media e finora il più freddo di una serie che ha inizio nel 1955 e che ha nel dicembre 1975, con una media di -1,3°C, il riferimento da battere.
Sul Mar Nero, Giresun, con una media di 7°C, sta vivendo finora il mese di dicembre più freddo a partire dal 1961. Il record da battere è di 7,1°C che appartiene al 1972 e al 2002. Probabilmente non ce la farà a batterlo, perché gli ultimi giorni del mese saranno piuttosto caldi.
A Istanbul, invece, il mese è sotto media di circa 3 gradi ma non da record.