Tempo dinamico:
la riattivazione della circolazione atlantica ha indotto un generale rialzo delle temperature. Eppure ci sono alcune zone d’Italia dove tale influenza incontra ostacoli di tutto rispetto, al punto tale che l’aumento delle temperature non c’è stato o si è rivelato minimo. Parliamo della Val Padana, in particolare del settore centro occidentale, dove nebbie e temperature prossime allo zero continuano a dettare legge.
Tornerà un po’ di freddo:
rammenterete che nei giorni scorsi si parlò di Atlantico non convenzionale. Alcuni ricorderanno le ragione che ci spinsero a definirlo tale, ma per colore che non avessero avuto modo di apprenderne le cause, lo facciamo ora. Le correnti zonali hanno usufruito di un ricompattamento del Vortice Polare in sede Canadese e sono riuscite ad introdursi sull’Europa centro occidentale e mediterranea. Tuttavia, muovendosi verso est, hanno incontrato la resistenza di un possente anticiclone russo, che determina condizioni di gelo nelle Nazioni orientali. A breve assisteremo allo spostamento di gran parte della struttura polare verso l’Asia, il ché coinciderà con una maggiore ondulazione delle correnti d’alta quota ed anche nel nostro Paese non mancheranno sortite più fredde da nord.
Italia terra di nessuno:
in che senso? La risposta è semplice. Ad ovest, sulla Penisola Iberica, assisteremo al posizionamento dell’Alta delle Azzorre. Ad est, al contrario, continuerà ad affluire aria molto fredda, addirittura gelida, che ostacolerà l’avanza anticiclonica verso levante. Difficile dire chi la spunterà, quel che è certo è che la tendenza modellistica sembra orientarsi in direzione di maggiori apporti d’aria fredda nelle regioni adriatiche e meridionali, mentre su quelle occidentali si potrebbe manifestare una maggior tenuta dell’Alta Oceanica.
Il tempo a Natale:
lecito domandarsi come sarà il tempo Natalizio, dopotutto manca poco più di una settimana. Al momento si può ipotizzare un parziale intervento anticiclonico, tuttavia non è da escludere che le ingerenze fredde orientali, coadiuvate da saccatura in discesa dal nord Europa, possano portare scompiglio su parte delle nostre regioni.
Grandi manovre invernali:
ben più interessante l’evoluzione post-natalizia, quando le dinamiche che coinvolgono il Vortice Polare potrebbero condurci ad un ritorno del gelo. Nei prossimi 7-10 giorni avremo uno spostamento della struttura ciclonica verso l’Asia, mentre sulla verticale del Polo potrebbe formarsi un’area di Alta Pressione. Un Vortice Polare in quella posizione dovrebbe gonfiare ulteriormente l’Anticiclone Russo-Siberiano, mentre sul Canada – e successivamente in Atlantico – potrebbero inserirsi impulsi d’aria calda in rapida propagazione ai piani più alti dell’atmosfera.
I risvolti:
intrusioni d’aria calda in Stratosfera coincidono con la destabilizzazione del Vortice Polare, che potrebbe nuovamente suddividersi in due lobi o addirittura frantumarsi in più parti. In entrambi i casi si avrebbero colate d’aria gelida lungo i meridiani, a cui seguirebbe il graduale spostamento dell’Alta Russo-Siberiana verso l’Europa. Dinamiche invernali d’altri tempi, che se confermate non mancheranno di avere ripercussioni notevoli sin sull’Italia.
Focus: evoluzione sino al 30 dicembre 2012
I prossimi giorni vedranno transitare alcune perturbazioni, seguite da apporti d’aria fredda dai quadranti settentrionali. Inizialmente i fenomeni coinvolgeranno le regioni adriatiche e meridionali, con quota neve in calo sotto i 1000 metri. Giovedì potrebbe nevicare anche in Val Padana, in particolare nel settore ovest. La perturbazione scivolerà verso la Grecia, coinvolgendo le regioni meridionali. Il sud del Paese potrebbe risentire di una circolazione d’aria gelida anche a Natale, ma al momento si tratta di ipotesi e come tale va considerata.
Le condizioni meteo non dovrebbero registrare sostanziali cambiamenti almeno sino agli ultimi giorni dell’anno, quando inizieranno a manifestarsi i primi cenni dell’imponente sconquasso barico descritto pocanzi.
Evoluzione sino al 04 gennaio 2013
Il nuovo anno comincerebbe sotto il segno dell’inverno, non è da escludere difatti una possente irruzione Artica e in seguito crescenti apporti d’aria gelida di natura continentale.
In conclusione.
La pausa, se tale lo si può definire, che si sta concedendo l’inverno rischia di terminare molto presto e bruscamente. Le dinamiche atmosferiche parlano chiaro, ma dovremo valutare quelle che potrebbero essere le reali ripercussioni sul nostro Paese.