Abbiamo parlato delle proiezioni stagionali europee, quindi ECMWF e UKMO. In entrambi i casi gli scenari meteo climatici trimestrali erano totalmente assimilabili, salvo qualche locale ovvia variazione.
Oggi ci trasferiamo negli Stati Uniti, dove il NCEP (National Center for Environmental Prediction) tramite il modello CFSv2 ci dà un’idea di quello che potrebbe essere il trend primaverile. Anche in questo caso, riferendoci alla distribuzione di alte e basse pressioni su scala emisferica, è possibile evidenziare la presenza di una depressione dominante sul Nord Atlantico, focalizzata tra l’Islanda e la Groenlandia meridionale. In questo caso, ad esempio rispetto all’europeo ECMWF, il jet stream è nettamente più a sud evidenziando uno schema barico da NAO estremamente positivo.
Con tali anomalie di pressione non dobbiamo stupirci se il CFS fornisce un trend primaverile ben più caldo per gran parte dell’emisfero settentrionale. Non c’è molto da aggiungere, se non che tali proiezioni sembrerebbero meno realistiche, soprattutto se si dà un’occhiata con più attenzione alla distribuzione delle anomalie termiche.
A livello precipitativo, invece, in questo caso si avrebbero deficit pluviometrici in varie zone dell’Europa orientale mentre nell’Europa nord-occidentale e negli Stati Uniti orientali/sud-orientali potrebbero esserci piogge superiori alle medie di riferimento.
Fino a questo momento abbiamo analizzato le principali proiezioni meteo climatiche stagionali, sia provenienti dall’Europa sia provenienti da oltre Oceano. Nonostante le differenze, soprattutto tra la modellistica nostrana e quella americana, il trend sembra ormai assodato: primavera calda, quindi temperature costantemente superiori alle medie trimestrali.
La speranza è che si vada in altra direzione, altrimenti da qui a qualche mese la questione siccità rischierebbe di diventare stringente.