Il modello stagionale CFSv2 prevede l’arrivo di un Niño da moderato a possibile intenso per la prossima stagione invernale, con un classico massimo che si raggiungerà nel mese di Dicembre.
Quella del Niño è sempre una previsione complessa, che dipende da numerose variabili, tanto che una previsione per lo scorso anno è già andata disattesa, ma nel 2015 si iniziano a vedere alcuni segnali che possono prepararci ad un fenomeno forse intenso.
Nella regione Niño 4 l’anomalia termica settimanale delle acque del Pacifico Equatoriale è stata pari a +1,3°C, fatto che la pone ai massimi livelli in Aprile dal 1990, avvicinandosi a fenomeni di El Niño poi verificatosi nel 2002, ad esempio, nel 1997 (quando fu pari a +1,1°C), o nel 2009.
La zona del Niño 4 corrisponde a quella presente nel Pacifico Equatoriale Occidentale, e presenta delle anomalie termiche positive già da oltre un anno, segnalando al momento un fenomeno molto debole, ma in evidente fase di espansione.
Molto importante sarà seguire l’evoluzione nella zona classica Niño 3.4, che è quella corrispondente al Pacifico Centrale.
E’ questa zona che, quando le anomalie termiche superano i +1,0°C, dà inizio al Niño propriamente detto.
Si mantiene invece con anomalie deboli il lato orientale del Pacifico, quello davanti alle coste peruviane (zona Niño 1+2): essa presenta un’anomalia termica pari +0,7°C, contro, ad esempio, i +4,35°C di anomalia toccata nel Giugno 1983, la più alta mai toccata in quel Grande Niño del 1983.
Questo “sbilanciamento” del Niño con i massimi sulla parte più occidentale rappresenterebbe un classico Niño “Modoki”, con particolari anomalie climatiche: nel 2010, ad esempio, determinò un Inverno molto rigido in Europa, ma anche caldo record in tutto il Mondo.
Vedremo quale sarà l’evoluzione di tale fenomeno, se avverrà in posizione “classica” oppure nella variante Modoki, che ha una elevata influenza sulle anomalie di temperature e precipitazioni sugli Stati Uniti, Cina e Giappone, nonché dell’Australia ed Oceania.