Leggevo qualche anno fa che a Tokyo la primavera giungeva ormai con costante anticipo rispetto al passato, che i fiori degli aceri sbocciavano in anticipo di due, tre settimane.
Pure in Europa la primavera veniva in anticipo, in Francia e Germania già ad aprile si misuravano le temperature di maggio, se non di giugno, per non parlare poi della calura estiva più tipica delle regioni mediterranee che dell’Europa centrale.
Nel Nord Italia, il tepore primaverile nell’ultimo decennio veniva sempre prima, con annate insolite e ondate di calore precoci.
L’arrivo anticipato della primavera è dannosa per le colture, specie quelle esposte agli elementi atmosferici. Infatti, alla calura possono seguire giornate di fresco, con temporali, grandine e pioggia gelida.
Si dice che la memoria umana è soggetta a confondere l’entità dei fenomeni atmosferici, e che per dare un giusto valore ad una situazione meteorologica servano i numeri. E’una teoria che mi torva d’accordo, perché anche io sono vittima del pressappochismo dei ricordi e delle mie impressioni.
In un’ottica valutativa di dati sommari, in un range temporale di qualche decennio, mi pare di riscontrare che quest’anno sull’Europa, la venuta della primavera sia nei tempi che succedevano alcuni decenni or sono, anni ’70 per esempio.
Per quest’anno non è da sottovalutare la presenza piuttosto insolita per il nord Europa di una fredda bassa pressione, che persistendo in loco da due mese, attrae a se aria gelida dall’Artico e rende il tempo piuttosto ostile nelle regioni più settentrionali del nostro Continente.
Stupisce la scarsa influenza ottenuta nelle zone mediterranea dell’aria fredda artica con la mitezza delle correnti che si alternano ormai di frequente su questo mare. Così che in tutte le regioni centrali e occidentali del Mar Mediterraneo, si misurano deficit pluviometrici primaverili. La terra di scontro tra le diversissime masse d’aria si è veduta nel Centro Europa, dove si sono avute piogge talvolta torrenziali e alluvioni.
Il persistere del Vortice Polare nel nord Europa, comporta anomalie che potrebbero accentuarsi in futuro. Ma nel frattempo la primavera europea viene tardiva rispetto agli scorsi anni nel centro e nord Europa, così anche nel Nord Italia.
Ma in ritardo di quando? Dei periodi in cui veniva prematura?
La media climatica è un numero matematico frutto d’annate calde e fredde e pseudo normali, sarebbe utile avere a disposizione dati esatti, e realizzare una media flessibile per definire meglio l’entità di un’anomalia.
La primavera 2006 si espande verso nord, questo appare certo, anche se da una vista pessimistica il clima appare influenzato da fattori gravi, come la teoria del dissolversi della Corrente del Golfo, ma questa ipotesi è prossima alla fantaclimatologia se non sarà illustrata a sufficienza dagli scienziati.
Ed allora, nella flessibilità del clima e delle sue fluttuazioni, viaggiamo inconsapevoli verso il tempo atmosferico che verrà nelle prossime settimane, mentre i cervelloni dei supercomputer dei centri di calcolo dei modelli matematici sfornano ipotesi approssimative, ma con tracce dell’estate ormai alle porte già a fine mese.
Ma il concetto di estate è prematuro se non potremo, ad oggi, definire in che primavera siamo.