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Prima l’est, poi il nord Atlantico?

di Ivan Gaddari
06 Feb 2008 - 15:28
in Senza categoria
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prima-l’est,-poi-il-nord-atlantico?
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Un nucleo gelido andrà ad insinuarsi tra Grecia e Balcani. Le ultime proiezioni risultano assai incerte nell'identificarne i possibili movimenti. Interesserà la nostra penisola in modo deciso? Fonte (www.meteogiornale.it/mappe), elaborazione grafica a cura di Ivan Gaddari per MTG.
L’elemento saliente a breve termine.
Avremo condizioni meteo prevalentemente stabili e soleggiate, tuttavia la disposizione anticiclonica continentale porterà un flusso di fredde correnti nord orientali in direzione delle nostre regioni. Maggiormente colpiti i versanti orientali, all’estremo sud potrebbero esservi locali fenomeni con deboli nevicate a quote basse.

L’elemento saliente a medio termine.
Un trend barico che potrebbe condurci in ingresso di ultima decade senza grosse variazioni. Condizioni climatiche che si manterebbero invernali su tutte le nostre regioni, tempo in prevalenza secco anche se v’è l’incognita di un nucleo di aria gelida in avvicinamento ai Balcani. Sappiamo quanto sia difficile prevedere il moto retrogrado di tali vortici, non c’è concordanza di vedute circa l’interessamento della nostra penisola. Se difatti il modello europeo ECMWF indica un transito su regioni settentrionali, quello americano GFS limita le zone interessate all’estremo sud. Una situazione da monitorare con attenzione.

L’elemento saliente a lungo termine.
L’ultima decade mensile potrebbe proporre un cambio circolatorio sostanziale. Verrebbe meno il blocco anticiclonico in prossimità dell’Italia, con spostamento in Atlantico, mentre a nord si assisterebbe ad un incremento dell’attività ciclonica artico-marittima.

Il trend a lungo termine:
Evoluzione che andrebbe a confermare la linea di tendenza descritta in occasione dell’analisi precedente, ossia un coinvolgimento del Mediterraneo centrale ad opera di saccature cicloniche settentrionali alimentate da aria artico-marittima.

Elementi di incertezza:
Gli elementi di incertezza sono sempre legati all’attività ciclonica polare in sede canadese. Attualmente si notano vari affondi depressionari in pieno oceano, tali da enfatizzare l’azione di blocco dinamico sulla penisola iberica.

Il long range mostra invece uno spostamento del ramo principale polare verso la penisola scandinava, a latitudini settentrionali. L’incremento di pressione nella porzione oceanica canadese, sino alla Groenlandia, andrebbe a favorire lo spostamento alto pressorio azzorriano verso ovest, con tendenze ad elevazione meridiana.

Fattori di normalità climatica:
L’andamento del diagramma termico barico mostra mediamente un range termico prossimo alla media, con eccezioni verso il basso specie su lato Adriatico ed estremo sud peninsulare.

Per quel che concerne le precipitazioni almeno sino all’ultima decade mensile non si dovrebbero osservare sostanziali variazioni rispetto al clima secco atteso nei prossimi giorni. Dal 20 in poi si notano invece diversi membri previsionali puntare convinti alla ripresa dei fenomeni.

Focus: evoluzione sino al 19 febbraio 2008
Il primo step previsionale ci conduce verso il giro di boa mensile. Una fase come detto dettata da sostanziale stabilità ma caratterizzata da clima invernale per afflusso freddo dai quadranti nord orientali. Flusso freddo legato a nuclei gelidi diretti principalmente tra la Grecia ed il Mar Nero, con scarsi fenomeni limitati al più al sud peninsulare.

Il secondo step potrebbe proporre, il condizionale è d’obbligo, un maggiore interessamento peninsulare ad opera di nucleo gelido in ingresso sui Balcani. Vortice che potrebbe incunearsi verso il settentrione, coinvolgendo essenzialmente il centro nord con neve a bassa quota. Ma potrebbe non riuscire a varcare il campo anticiclonico occidentale, permanendo sullo Ionio ed influenzando parzialmente l’estremo sud.

Evoluzione sino al 24 febbraio 2008
A seguire è possibile notare una maggiore tendenza ondulatoria in senso meridiano. Ciò potrebbe portare una decisa instabilizzazione atmosferica fin sul bacino del Mediterraneo e quindi anche sull’Italia.

In conclusione.
Editoriale odierno che conferma grosso modo la strada maestra tracciata in precedenza, anche se potrebbe esserci un maggiore coinvolgimento freddo tra il breve ed il medio periodo.

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