Come capita ogni volta che le correnti spirano da nord, le montagne a nord delle Alpi si riempiono di neve, la quale, tuttavia, è caduta anche a bassa quota su Svizzera ed Austria.
In Germania, la cima dello Zugspitze, a 2962 metri di quota, ha visto cadere, nelle ultime 48 ore, 30 mm di pioggia, con un equivalente di circa 35 cm di neve, salita così ad un’altezza di 335 cm.
Ma la località tedesca più nevosa, è stata quella di Wendelstein, a 1838 metri di altezza, colpita in pieno dall’effetto stau, dove sono caduti 78 mm di neve fusa in 24 ore, con un manto nevoso salito fino a 94 cm di spessore.
In Austria, a Sonnblick, sono caduti 24 mm di neve fusa, nella giornata di oggi, con una temperatura di 15°C sotto lo zero: oramai il manto nevoso è alto 4 metri!
Sulla Svizzera, invece, si sono avuti i quantitativi nevosi più imponenti, nelle ultime 24 ore.
Al Gran San Bernardo, infatti, a 2472 metri di quota, sono caduti 56 mm di neve fusa; a Guetsch, a 2267 metri, ne sono caduti 49.
Ancora peggio sulla cima del Monte Pilatus, 2106 metri di altezza, ove la tempesta di neve ha riversato 68,0 mm di neve fusa, mentre il primato spetta a Saentis, a 2490 metri di altezza.
Qui sono caduti 72,0 mm di neve fusa, ed il manto nevoso si avvicina ai 4 metri di spessore.
Tutto questo mentre il versante sud alpino restava completamente all’asciutto, ad eccezione delle montagne italiane situate vicino alle creste di confine.
E’ una delle dimostrazioni pratiche dei fenomeni di stau e di foehn, che si innescano ogni qual volta le correnti in quota impattino le Alpi in senso meridiano.
In questo caso, si è trattato, come detto in correnti settentrionali, in seno alle quali si è inserita una intensa perturbazione nord atlantica, che ha scaricato la sua forza sul versante nord dell’Arco Alpino.