Un’ampia ferita perturbata si sta per fare strada sull’Europa Occidentale, ove si costruirà una profonda saccatura che, alimentata da un afflusso di masse d’aria polari marittime, incentiverà una risposta perturbata sud/occidentale (all’interno del cavo ascendente della saccatura) su tutto il nostro Paese.
Analizzando le ultime mappe proposte dalle GFS, possiamo notare nel dettaglio delle mappe l’evoluzione dei geopotenziali a 500 hPa fra le 72 e le 96 ore di previsione: l’onda depressionaria tenderà a spostarsi dalla Penisola Iberica verso la Francia, accompagnando il transito perturbato da ovest verso est su parte delle nostre regioni e facendo affluire aria più fredda in quota (si noti la flessione delle isoterme tratteggiate in rosso). L’evoluzione immediatamente successiva riproporrà l’asse della saccatura sulla Penisola Iberica, favorevole al richiamo di masse d’aria più umide e temperate sulle nostre regioni.
In base a quest’evoluzione, proviamo a verificare più nel dettaglio quali zone del nostro Paese potrebbero ricevere le maggiori precipitazioni, in base alle informazioni di GFS, ma anche gli altri modelli descrivono un’evoluzione del tutto simile. Focalizziamo l’attenzione sulla prima parte del peggioramento, quella attesa fra le giornate di Martedì 28 (prima mappa) e Mercoledì 29 (seconda mappa). Inutile spingersi più avanti, in quanto le successive dinamiche dell’onda perturbata, con i minimi barici alle varie quote troposferiche ed al suolo, appaiono assai variegate.
Balza all’occhio immediatamente (pur trattandosi di carte elaborate da un modello a scala globale) come le aree più colpite dai fenomeni saranno quelle esposte alle correnti da sud/ovest. Appare evidente come le regioni meridionali non saranno direttamente esposte all’ingerenza perturbata, anche se non mancheranno fenomeni di tipo convettivo, localmente intensi, ma piuttosto localizzati. Si evince inoltre come non tutto il Nord sarà interessato da precipitazioni estese ed uniformi: le correnti sud/occidentali potrebbero infatti lasciare in ombra parte del Piemonte e dell’Emilia Romagna, quest’ultima alle prese con una pesante siccità proprio perché spesso penalizzata da configurazione bariche sfavorevoli.
Il primo violento ingresso perturbato sarà seguito da una temporanea flessione termica, che possiamo meglio descrivere dalla mappa in basso (riferita alle ore 00Z del 30 Ottobre), la quale evidenzia lo scarto termico atteso rispetto alla situazione attuale ad un’altitudine media di 1400 metri. A tale quota, si farà sentire in maniera efficace l’ingresso di masse d’aria fredda dalla Valle del Rodano, con nevicate a quote più basse (circa 1000 metri) sui crinali alpini centro-occidentali, ma temporanee nevicate nella giornata del 30 potranno imbiancare i rilievi centro-settentrionali appenninici e le cime del Gennargentu al di sopra dei 1400-1600 metri . Si tratterà di una temporanea flessione termica, che riguarderà il Centro-Nord, poiché nei giorni successivi seguiranno sulle stesse zone nuovi richiami di masse d’aria più umide e temperate d’estrazione nord-africana.