Era dal 23 luglio 2006 che alla base americana Amundsen-Scott (2.836 m), al Polo Sud geografico, la temperatura non raggiungeva i livelli del 7 giugno, quando si è toccata una minima di -77,7 °C: curiosamente, l’identica punta dell’inverno di sette anni fa. Nel corso del 2013 inoltre, è da rilevare come siano già stati archiviati vari picchi inferiori ai -100 °F (-73,3 °C), limite sempre suggestivo nella cultura anglosassone:
05.05 = -75,7 °C
21.05 = -74,8 °C
06.06 = -75,7 °C
07.06 = -77,7 °C
Anche nella relativamente vicina (100 km circa) stazione automatica Nico (2.925 m), ai confini della cosiddetta regione del Polo Sud (l’ambito territoriale compreso entro gli 89° S), il 7 giugno (1200 UTC) si è registrato un valore degno di nota: -78,4 °C (il sito vanta un record di -82,1 °C risalente all’1 agosto 2005). Questa fase stagionale, che si protrae da aprile a settembre, è classificata come coreless winter, che potrebbe tradursi in inverno senza nocciolo. A differenza del clima boreale (con l’eccezione della Groenlandia), in Antartide la temperatura media precipita in corrispondenza dell’equinozio d’autunno (marzo) e risale solo nella seconda decade di ottobre: in sostanza, non si ha una curva pronunciata che, raggiunto il minimo (nocciolo), torna a crescere in modo evidente, ma un appiattimento di durata semestrale. Al Polo Sud geografico, ad aprile la norma (1957-2012) si assesta a -57,5 °C mentre a luglio (il mese più freddo) a -59,9 °C e a settembre (solstizio di primavera) a -59,2 °C. Nel corso del XXI secolo, il valore più basso toccato ad Amundsen-Scott è stato di -79,3 °C (1 agosto 2005, stessa data di Nico). Un’altra curiosità da registrare, infine, è che questo intenso episodio freddo è seguito a un’avvezione record, che il 2 giugno ha portato al nuovo limite mensile a una massima di -30,1 °C battendo il -30,9 °C dell’1 giugno 1993.