La prima seria incursione d’aria fredda di natura artica si è radicata sul cuore del Mediterraneo, causa l’espansione di una saccatura supportata da una persistente alimentazione del flusso di correnti polari. Fino ad ora l’inverno si era mostrato avaro di eventi freddi e nevosi su tutto il Centro-Sud, mentre invece sul Nord sono state numerose le occasioni in cui si sono avuti freddo e neve durante le scorse settimane.
L’inverno in corso non si può certamente definire anomalo per quanto visto finora, in considerazione del fatto che, non di rado, bisogna attendere la seconda parte dell’inverno per avere le maggiori ondate di freddo con effetti così vistosi sul Centro-Sud. Così sta andando in questo frangente conclusivo della stagione invernale 2008/2009: le nevicate sono giunte fino a quote bassissime su alcune aree del Sud e sui versanti adriatici, ma non si sono avuti fenomeni particolarmente rilevanti.
L’evento freddo è assolutamente degno di nota, sia in riferimento all’entità che alla persistenza, se andiamo a considerare che ormai da Mercoledì è iniziata quest’ondata di freddo, destinata a protrarsi fino alla prima parte della prossima settimana. In Sicilia l’irruzione artica è stata di notevole imponenza, tanto che si tratta dell’evento maggiore dell’ultimo decennio assieme a quello verificatosi nel 1999.
Va detto che il Nord non sta risentendo particolarmente di quest’intenso episodio freddo, grazie alla protezione della barriera alpina che è un riparo assoluto rispetto alle irruzioni provenienti da nord. L’afflusso freddo e secco ha però portato le condizioni per forti gelate notturne anche in pianura: questa mattina si sono registrati -5°C a Milano e -4°C a Torino e Piacenza.
Attualmente, prosegue l’afflusso freddo su tutto il Centro-Sud, di diretta provenienza scandinava. Un promontorio anticiclonico ha guadagnato terreno verso le Isole Britanniche e parte della Francia, costringendo in tal modo l’aria artica ad entrare con particolare rigore dalla porta dell’Adriatico. Nel frattempo correnti più miti occidentali stanno trascinando un ammasso nuvoloso sulla parte settentrionale del Regno Unito.
Il tragitto più orientale del flusso artico, in scorrimento sull’Europa Centro-Orientale, ha reso tali masse d’aria con caratteristiche parzialmente continentali, in quanto hanno attraverso vaste zone di terraferma. Abbiamo così avuto un ulteriore raffreddamento sui bassi strati, che ha ulteriormente faciliato le nevicate fin sulle zone costiere comprese fra le Marche ed il Molise.
Come si evince dall’immagine satellitare, spiccate condizioni di variabilità interessare alcune zone del Sud e delle Isole, con quota neve leggermente più alta e che non arriva certo al livello del mare. Le variazioni termiche sono repentine durante i rovesci, grazie alla presenza d’aria fredda in quota che si propaga più facilmente verso il basso proprio con le precipitazioni. Poche le variazioni attese nei prossimi giorni, anche se nel corso della giornata di domani la probabilità di precipitazioni andrà gradualmente riducendosi, mentre ad inizio settimana avremo una lenta ripresa del campo termico.
L’aria molto fredda in quota, determina poi una repentina diminuzione delle temperature durante le precipitazioni tanto che queste si possono verificare anche a quote molto basse. Poche variazioni sono attese nelle prossime ore: rovesci e qualche spunti temporaleschi continueranno ad insistere su Sicilia e Calabria con neve attorno ai 200-300m. Ma non si escludono fiocchi bianchi a quote più basse. Nuvolosità variabile sulle Adriatiche, più esposte alle correnti da Est con pioggia e neve, localmente anche sui litorali. Tempo più stabile, invece, al Nord e sulle Tirreniche sebbene su quest’ultime regioni, non si escludono sconfinamenti nuvolosi.