L’inverno giunge al suo naturale culmine, abbiamo attraversato il periodo natalizio e la dispersione del calore accumulato raggiungerà entro un mese il picco massimo annuale.
Nel nostro Emisfero, da qualche giorno la durata delle ore di luce è in crescita, siamo al primo crepuscolo della bella stagione, eppure i massimi rigori del freddo debbono ancora venire.
Superato il solstizio d’inverno, il sole sarà sempre più alto nell’orizzonte dell’Emisfero Nord, ma la dispersione del calore nelle terre emerse e nei mari è proseguirà per circa tre settimane.
Nella prima decadi di febbraio, la temperatura media dell’Emisfero tenderà a salire, e l’inverno andrà in graduale, inesorabile, ma lento declino.
Eppure, proprio quando la temperatura media dell’Emisfero andrà salendo, si potranno avere i picchi più aggressivi di ondate di freddo. Infatti, con il lieve salire della temperatura media, si intensificheranno gli scambi di masse d’aria secondo i meridiani, inoltre le correnti del Vortice Polare tenderanno a ridurre la loro intensità, e nelle Medie latitudini si potranno creare le condizioni più favorevoli della stagione per le ondate di freddo.
Se la fine gennaio è il periodo più freddo dell’anno, il mese di febbraio può accompagnare periodi molto rigidi, causati da intense anomalie nella circolazione atmosferica.
Non raramente, specie dopo inverni dominati dalle alte pressioni, i periodi favorevoli ad ondate di freddo si trascinano a marzo e talvolta anche nelle prime due settimane di aprile. Ma ormai l’inverno sarà alla sua fine.
In quest’ultima settimana è andato accentuandosi il freddo nelle regioni centrali europee, ciò per il persistere di una potente area di Alta Pressione che oltre ad attenuare i rimescolamenti dell’aria, spinge verso i bassi strati l’aria fredda che viene dispersa dal suolo, e la temperatura si abbassa, specie in pianura e laddove persiste per molte ore del giorno la nebbia.
Così che tante città dell’Europa centrale e del sud dell’Inghilterra hanno sperimentato giornate di ghiaccio, con gelo in tutte le 24 ore. Il tutto senza alcuna ondata di freddo.
Insomma, fa freddo in pianura più che in montagna perché l’alta pressione crea le inversioni termiche.