Le frequentazioni modellistiche sul medio-lungo periodo stanno indirizzandosi verso prospettive sempre più interessanti e, sulla scia della veloce incursione artico-marittima del week-end, lo schema barico resterà favorevole alla discesa di nuovi impulsi freddi ed instabili, anche per la prossima settimana. I principali modelli di previsione stanno avvalendo con sempre maggiore insistenza questo tipo di tendenza.
I dubbi restano principalmente legati all’esatta traiettoria dei nuovi fronti freddi ed instabili, collegati alla saccatura sul Centro-Nord Europa in sprofondamento verso il Mediterraneo. Rammentiamo che le iniezioni d’aria fredda in moto meridiano, prima di giungere sul nostro Paese, si trovano di fronte l’Arco Alpino, baluardo orografico assolutamente determinante sulla deviazione del flusso principale: al momento è troppo presto dire se anche durante la prossima settimana prevarrà la componente di ingresso francese, tramite la valle del Rodano, rispetto all’ingresso della Bora dal Golfo di Trieste.
Ma vediamo ora le indicazioni che si possono trarre, più in particolare, dal modello matematico di Reading. Tralasciando il breve termine, su cui davvero non sussistono più particolari variabili evolutive dal punto di vista barico, iniziamo l’analisi da quel che accadrà subito nella fase iniziale della prossima settimana. Il passaggio dell’onda fredda ciclonica verso la Penisola Ellenica, il Mar Nero e la Turchia sarà seguito da una modesta rimonta anticiclonica di matrice oceanica sul Mediterraneo Centro-Occidentale.
Nel contempo, una nuova onda depressionaria prenderà vigore al largo del Golfo di Biscaglia per poi muoversi verso levante. Nei giorni scorsi si prevedeva una traiettoria più meridionale con un affondo più diretto verso il Mediterraneo Centro-Occidentale, capace di catturare correnti sud/occidentali con una conseguente fase perturbata sull’Italia e favorevole a nuove nevicate fino in pianura sul Nord-Ovest, per l’intrappolamento dell’aria fredda nei bassi strati affluita in precedenza.
In base a queste ultime indicazioni modellistiche, l’insidioso nocciolo di bassa pressione sembra destinato a portarsi, fra Martedì e Mercoledì, in direzione dell’Europa Centrale, ove tenderà ad agganciarsi con una saccatura scandinava a carattere freddo, direttamente collegata al Vortice Polare. Questa dinamica farà in modo di catturare aria fredda verso sud, la quale tenderà ad addossarsi verso l’Arco Alpino.
Il peso dell’aria più fredda determinerà importanti conseguenze sul Mediterraneo Centrale, con la formazione di una depressione orografica (sottovento alle Alpi) sul Mar Ligure, destinata ad approfondirsi con conseguenti condizioni di forte instabilità e maltempo in propagazione a buona parte d’Italia. Non meno importante sarà l’azione dell’Anticiclone oceanico che, risalendo di latitudine, tenderà ad agganciare la struttura altopressoria groenlandese formando un’unica struttura di blocco all’ingresso delle miti correnti oceaniche.
Un simile scenario terrà ben attiva l’alimentazione dell’aria artica che, dalla Scandinavia, giungerà a più riprese verso le latitudini mediterranee, ove un’incisiva struttura depressionaria permarrà fino almeno a tutta la parte conclusiva della settimana. In base alle indicazioni che si possono trarre dal modello inglese, l’aria più fredda artica sembra poter entrare inizialmente con maggiore facilità dalla Valle del Rodano, ma durante il fine settimana correnti nord/orientali riuscirebbero a penetrare al Centro-Nord, grazie al progressivo spostamento del perno della depressione sul Sud Italia.
Farà freddo e potrà nevicare a quote degne della stagione anche al Centro-Sud, durante la seconda parte della prossima settimana? Non è certo questa la sede per potersi sbilanciarsi in previsioni di questo tipo, ma non è realmente possibile scendere ulteriormente nei particolari, proprio a causa dell’incertezza derivante dall’esatta posizione della saccatura. Un elemento sicuramente positivo, che si può trarre dalle previsioni fino a 10 giorni di ECMWF, è rappresentato dalla tenuta del blocco anticiclonico lungo i meridiani del Vicino Atlantico: permanendo una tale struttura, gli scambi meridiani sono garantiti, con alte probabilità di ingerenze fredde sul cuore del Mediterraneo.