Una settimana ancora d’autunno e poi arriva l’inverno. Quello tosto, e in netto anticipo sui tempi normali. E’ questa la visione serale del centro di calcolo europeo ECMWF. Una colata di origine artico marittima, che poi si continentalizza, pilotando correnti gelide fin nel cuore dell’Europa e ai confini orientali italiani, con la creazione di un ponte anticiclonico tra il nord Atlantico e la Russia.
Ma GFS, il modello americano, non è dello stesso parere, e vede la colata artica puntare l’est europeo, con un promontorio anticiclonico sulle Isole Britanniche a proteggere parzialmente anche l’Italia.
GEM, il modello canadese, è intermedio tra i due, BOM, quello australiano, della famiglia UKMO, si avvicina più ad ECMWF, ma non è così estremo.
Anche i modelli ensemble dei vari centri di calcolo non sono allineati tra loro, e riflettono gli umori del relativo modello deterministico.
Cosa significa? Che individuare una tendenza più probabile è assai difficoltoso, e sussistono molte incertezze sull’evoluzione oltre i 5/6 giorni, ma su una cosa tutti i modelli sono concordi: il Vortice Polare non è più compatto come ad inizio mese, ed andremo incontro ad un periodo dominato dagli scambi meridiani. Ovvero, il freddo da qualche parte, andrà verso sud, dove esattamente lo sapremo nei prossimi giorni.
Quella che vi mostriamo nella mappa allegata è la visione a 10 giorni (28 novembre) delle temperature a 850 hPa (circa 1500 metri) del modello ECMWF, forse un po’ troppo votata al gelo.