Si potrebbero spendere migliaia di parole, migliaia di frasi, di righe. La meteo, o meteorologia che dir si voglia, è una scienza e in quanto tale va trattata con la dovuta accortezza.
Purtroppo nel corso degli anni, vuoi per la globalizzazione vuoi per la diffusione di social e quant’altro, ha perso quell’autorevolezza che merita. Non il fascino, perché altrimenti il termine “meteo” non sarebbe uno – se non il primo – dei più cercati in rete. E proprio di tal fascino in tanti s’approfittano.
Se ne approfittano scrivendo tutto e il contrario di tutto, estremizzando i concetti o ancor peggio le previsioni. Girano bufale, in quantità industriale, l’ultima in ordine di tempo sostiene che a fine marzo tornerà il BURAN e che Pasqua trascorrerà sotto la neve. Beh, potrebbe anche succedere ma se si dovesse analizzare attentamente la situazione si capirebbe il motivo di certe “sparate”. Il sensazionalismo paga, c’è poco da dire, anche in questo settore vi sono tutta una serie di strategia di comunicazione e di marketing che permettono di ottenere dei risultati. Con buona pace del lettore.
Certo, ora molti di voi staranno pensando che i vari siti meteo sono diventati tutti uguali, tutti della stessa pasta. Ma non è così, fidatevi. Ricordate tra fine gennaio e inizio febbraio? Si cominciò a tenere sott’occhio le dinamiche atmosferiche e le sorti del Vortice Polare. Cammin facendo si arrivò a ipotizzare, con molto anticipo, una possibile ondata di gelo. Allora sì che c’erano i presupposti, allora sì che se ne poteva parlare.
Se ne parlò con dovizia di particolari, con la giusta attenzione e professionalità. Poi vi furono critiche, certo, ma sappiamo che per gli “heaters” della rete il mestiere prediletto è attaccare e screditare il lavoro altrui. Tuttavia, dovete darcene atto, in ogni articolo che proponiamo cerchiamo di attenerci il più possibile alla materia. Cerchiamo di trattarla coi guanti, così com’è giusto che sia. Così come merita una scienza.
Ed allora lasciamo stare la superficialità, di quella ne troviamo quanta ne vogliamo. Affrontiamo gli argomenti con la giusta obbiettività e la giusta serietà. Perché poi i risultati pagano.