Visto questo febbraio dal meteo poco invernale, vale la pena tornare indietro a 7 anni fa quando febbraio ci riservò un’ondata di gelo e neve eccezionale sull’Italia. La prima parte del febbraio 2012 è stata così rigida, che per trovare un evento più importante, cone entità e durata, bisogna tornare indietro al febbraio 1956.
Non c’è invece paragone con le ondate di gelo più recenti, avvenute sempre nello stesso periodo, del 1963 e del 1991, le quali sono state di livello inferiore.
Le similitudini con il mitico febbraio 1956 sono davvero molto tangibili, sia in termini di nevicate eccezionali che di picchi di temperatura glaciali.
Le stesse modalità da cui è scaturito l’episodio gelido sono simili: anche in quell’inverno storico, nella fase precedente al grande gelo, la stagione si mostrava sottotono. Diventa a questo punto interessante confrontare gli effetti delle due ondate di gelo.
Per farlo prendiamo come riferimento i periodi fra l’1 ed il 13 febbraio di entrambi gli anni con gli scarti di temperatura dalla norma (la differenza è calcolata rispetto alle medie di temperatura del trentennio fra il 1981 ed il 2010).
Le due cartine si somigliano parecchio, con la distribuzione delle anomalie termiche molto simile, pur essendo riferite all’intero comparto europeo (tutto il Continente appare imprigionato nel gelo in ambedue le situazioni): solo da un’osservazione attenta, si intuiscono delle lievi differenze.
Tutte queste analogie si ritrovano anche nell’impianto barico. In Italia le anomalie termiche riscontrate coincidono in modo quasi perfetto, anche se nel 1956 il freddo, nel complesso, riuscì maggiormente a sfondare verso il Sud e le Isole, dove ci furono maggiori occasioni di neve anche in pianura e sui litorali.
Osservando con attenzione, l’estremo Sud è stato tagliato nel 2012 da scarti negativi dalla norma di circa -3°C, mentre nello stesso periodo di giorni del 1956 l’anomalia fu pari a circa -4.5°C. Le due ondate di gelo hanno quindi avuto delle somiglianze davvero clamorose, ma nel 1956 l’ondata di gelo fu ben più duratura.
Il febbraio 1956 resta quindi nella storia, poiché il grande gelo si andò a protrarre ininterrottamente per tutta la seconda decade del mese con un’ulteriore recrudescenza attorno a metà mese per un ingresso ulteriore d’aria gelida siberiana dalla Valle del Rodano.